Per molti anni, i kenioti e il loro Governo hanno abbandonato nelle mani della polizia qualsiasi questione riguardante la droga. Ma la polizia ovviamente e' portata unicamente a concentrarsi sulla stroncatura dei traffici e sull'uso delle sostanze considerate illecite dalla lista dell'Onu. Adesso, ad un anno di distanza dalla sua creazione, l'Agenzia nazionale antidroga (Nacada) fa sapere di aver concluso un'indagine sui consumi di droga. Ne e' risultato che il Kenya e' un Paese profondamente sotto gli effetti delle sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nacada hanno perlustrato a fondo sette delle otto province del Kenya, hanno parlato a lungo con i responsabili delle prigioni, con i leader spirituali, con gli insegnanti e gli amministratori locali.
Le conclusioni del coordinatore del Nacada Jospeh Kaguthi, a suo tempo Commissario della provincia di Nairobi, mostrano un quadro devastante, dove la fanno da padrone alcolici, tabacco, bhang, khat, persino altri composti non meglio identificati, e altri appena giunti da India e Europa. Il 92% dei ragazzi tra i 16 e i 26 anni ha provato le droghe. Oltre la meta' di loro non ne ha fatto un'abitudine, ma il 25% e' in piena dipendenza. La via della droga e' aperta dall'iniziazione a alcolici e tabacco. In alcune zone, i giovani hanno cominciato a consumare erbe che fino a poco tempo fa circolavano soltanto tra gli adulti e in occasioni assai rare.
Il bhang, un derivato della cannabis, e' diffusissimo e suscita le preoccupazioni dei genitori e degli insegnanti nelle campagne. Non e' infatti semplice "erba", ma e' trattato con pericolose sostanze chimiche.
Le province nord-orientali sono afflitte dal khat e dall'abuso di farmaci legali. Anche il khat e' assunto in forme molto pericolose, a causa del luogo comune per il quale un vero uomo e' colui che ne mastica in quantita'.
La soglia della "prima dose" si e' abbassata dai 18 anni a un'eta' compresa tra i 10 e i 15.