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Noi siamo chiesa: omosessualità non è impedimento
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Articolo di Redazione
27 marzo 2012 11:49
 
 La piattaforma austriaca "noi siamo chiesa" non vede nella "omosessualità vissuta" un ostacolo per ricoprire funzioni nella Chiesa -"né nel Consiglio pastorale né per diventare Papa". Lo ha stabilito all'unanimità il 24 marzo, e l'indomani l'ha ribadito nell'Assemblea popolare a St.Poelten, dove si discuteva di un candidato omosessuale nel Consiglio pastorale di Stuetzenhofen in Bassa Austria.
La piattaforma chiarisce che dal punto di vista della moderna teologia morale, l'omosessualità congenita e vissuta non può essere stigmatizzata. Men che mai se si manifesta in una convivenza improntata a rispetto reciproco, solidale e responsabile -integrata da ampia e riconosciuta sensibilità sociale come nel caso in questione-, osserva il suo presidente, Hans Peter Hurka.

La piattaforma giudica il rifiuto di persone omosessuali in compiti interni alla Chiesa una "discriminazione clamorosa", più volte condannata dalla Corte europea dei Diritti dell'uomo. "Contrapporvi l'ordinamento ecclesiastico e sostenere che, nel quadro della libertà religiosa, la Chiesa decide il regolamento in base ai propri principi senza ingerenze esterne", non regge; qui si tratta di un "chiaro conflitto di principi fondamentali".
L'interessato (già scelto), candidato a essere eletto nel Consiglio pastorale di Stuetzenhofen, è stato rifiutato dal parroco. Sabato c'è stato un colloquio tra il candidato e il cardinale Christoph Schoenborn. La decisione rimane aperta: nelle prossime settimane la Commissione elettorale diocesana e il Consiglio vescovile si occuperanno del caso.

(articolo di Die Presse del 25-03-2012. Traduzione di Rosa a Marca)


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