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Perché quando ci sono difficoltà va rafforzata la democrazia civica ed economica
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Articolo di Redazione
29 novembre 2021 12:00
 
Viviamo in difficoltà, pandemia. Basta un annuncio (Omicron, Sud Africa) e – nervi tesi e giustificabili prevenzioni – si va quasi in tilt:
sembra che sia una variante non particolarmente pericolosa. Vedremo. Ma nessun problema: meglio abbondare che non aver fatto il giusto. E’ bene che se ne parli e che le autorità ci informino sugli sviluppi.

Nei giorni scorsi il sen. Mario Monti ha auspicato, vista la situazione pandemica, un controllo statale dell’informazione come se fossimo in una guerra:
nonostante l’autorevolezza dell’ex-premier, sembra che la cosa sia rimasta lì, finita nella macchina dei commenti.

Domenica scorsa in Svizzera si è tenuto un referendum sul pass sanitario, ed è stato vinto dai favorevoli, dimostrando che la democrazia non va temuta:
in Italia tanti erano terrorizzati dalla firma digitale sui referendum per il rischio di altrettanto referendum, ma i promotori non hanno raccolte le firme per indirlo.

Tariffe alle stelle per gas, elettricità e carburanti. Sembrava fosse crisi passeggera per cui lo Stato è intervenuto attenuando temporaneamente gli aumenti, anche se solo per gas ed elettricità. La crisi è tutt’altro che passeggera: per eventuali ribassi si parla, forse, della fine dell’anno prossimo (1). Le tariffe energetiche condizionano tutta l’economia: perché lo Stato non interviene per favorire al massimo la concorrenza, ridimensionando in modo permanente la fiscalità di gas ed elettricità e quel quasi 70% di imposte dei carburanti?

Quattro esempi che ci danno il polso di un metodo (democrazia, libertà e concorrenza) che, quando è tale favorisce la comunità civica ed economica. Ma, mentre per la comunità civica i tre esempi che abbiamo riportato sembra che stiano impedendo il peggio, non si può dire altrettanto per la comunità economica. Dobbiamo farci molto più male?


NOTA
1 - la Germania ha bloccato (motivi burocratici) la certificazione del gasdotto Nord Stream 2 che dalla Russia fornisce l’Europa e che dovrebbe risolvere in parte i costi domestici oggi alle stelle (1). E solo a fine 2022, presumibilmente risolti questi motivi burocratici, l’Ue dovrebbe cominciare a discuterne per trovare un accordo che, stando agli attuali schieramenti pro e contro, non sembra sarà una cosa semplice: https://www.aduc.it/comunicato/bollette+energetiche+aumenti+non+scadenza+ma+eterni_33516.php
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