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Peru'. Le nuove rotte del narcotraffico
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Articolo di Vincenzo Donvito
28 dicembre 2002 20:18
 
Brigate della polizia antinarcotici, dislocate nelle principali zone in cui si coltiva la foglia di coca, fanno sapere che la valle del fiume Apurimac si e' trasformata in una delle zone piu' importanti di tutto il Paese per la esportazione illegale di droga. "La produzione di questa zona copre il 70% di quella complessiva di tutto il Peru' (approssimativamente 50 tonnellate all'anno), dirigendosi poi verso i principali porti della costa peruviana", dice lo specialista Roger Rumrrill Garcia.
La pasta base della cocaina si presenta sotto forma di "mattoni", e viaggia mimetizzata in camion di frutta, legno e cacao attraverso i sentieri della valle di Palmapampa (zona di Ayacucho), distretto di San Miguel, provincia de La Mar: una rotta dove non c'e' alcun controllo di polizia. Questi mezzi talvolta seguono la "Via de Los Libertadores" (Quanta e Huamanga) fino a Ica, dove, nelle zone confinanti con i principali porti marittimi, ci sono dei laboratori clandestini.

Nell'Altipiano
Secondo Rumrrill, e' proprio li' che la droga viene raffinata e trasportata in appositi contenitori verso citta' portuali come Matarani, Ilo e Callao, e da qui al porto di Guayaquil in Ecuador. La maggiorparte di questa droga ha come destinazione successiva il Messico e gli Usa.
"Sei cartelli messicani, che operano tra Tijuana e Juarez, controllano la commercializzazione e si fanno carico di trasportare negli Usa il 60% della droga che viene consumata in questo Paese", dice sempre il nostro esperto.
Fonti della polizia fanno sapere che gli agenti doganali del porto di Miami controllano solo due o tre contenitori al giorno rispetto ai 10 mila che vi transitano sempre quotidianamente. Una situazione simile si presenta per i 150 mila passeggeri che quotidianamente transitano nell'aeroporto di Miami. La polizia doganale riesce ad individuare chi trasporta capsule di cloridrato di cocaina all'interno del proprio stomaco, solo quando gli stessi sono molto pallidi o sudano moltissimo.

In vista del Brasile . e della Nigeria
Una minima parte della droga ha cominciato ad essere trasportata dalla valle del fiume Apurimac verso la Bolivia. E' sempre l'esperto Rumrril la fonte: "Si sa che i camion transitano per le strade di Cusco, arrivano a Puno e guadagnano la frontiera di Desaguadero".
Sono dieci anni che la produzione di coca delle valli dell'Alto Huallaga, del Huallaga Central e del Monzon va direttamente in Colombia, dove viene trasformata ed esportata, sotto forma di cloridrato di cocaina, verso le sue destinazioni finali, cioe' Usa ed Europa.
Senza alcuna difficolta', da quando i colombiani sono autosufficienti, la pasta base della cocaina di queste valli (che equivale al 30% della produzione totale) viene caricata in imbarcazioni che navigando sul fiume Ucayali passano Pucalpa, vicino a Requena, e proseguono per il canale di Puinagua, a Loreto, fino alla frontiera con il Brasile.
Un'altra rotta inaugurata recentemente dai narcotrafficanti e' quella che sale attraverso un affluente del fiume Ucayali, poi segue i fiumi Tamaya, Cayeria fino alla frontiera con il Brasile, entrando finalmente negli stati brasiliani di Acre e Rondonia.
Al largo della zona di frontiera di Loreto e Ucayali, piu' precisamente nella provincia di Requena, ci sono piccoli aerei dei narcotrafficanti che trasportano la merce grezza (alcaloidi) verso il Brasile, dove viene raffinata ed esportata in Nigeria, in transito per la sua destinazione finale, l'Europa.
Non e' raro che il narcotraffico sia correlato all'esportazione illegale di legno, soprattutto del quasi introvabile e pregiato mogano. Molte imbarcazioni solcano questi fiumi con bidoni che si pensa siano pieni di combustibile per chi lavora tagliando alberi con le motoseghe, ma in realta' sono bidoni pieni di pasta di base lavata.
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