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Scoperti nuovi lipidi. Una imbottitura per la schiena
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Articolo di Primo Mastrantoni
21 gennaio 2025 12:53
 
Nell'antichità i mezzi di trasporto non offrivano granché di comodità e un viaggio metteva a dura prova la schiena: i pianali, infatti, erano sottoposti ai continui sobbalzi del terreno e l'unico conforto rimanevano i cuscini. Insomma, mancavano gli ammortizzatori e soltanto intorno al 1400 le carrozze furono dotate di un sistema di molleggiamento con l'uso di cinghie che mantenevano il telaio sospeso. C'è voluto ancora  qualche secolo per arrivare alle comodità delle attuali sospensioni idropneumatiche.

Anche il corpo umano ha un suo sistema di protezione dagli urti: i dischi intervertebrali, una struttura fibro-cartilaginea interposta tra una vertebra e l'altra. La sua funzione principale è quella di trasmettere e distribuire il carico meccanico tra i corpi vertebrali ammortizzando le pressioni e i movimenti; concorre, inoltre, a stabilizzare e mantenere la flessibilità della colonna vertebrale.

In Germania, a metà del 1800, il professore di zoologia e anatomia comparata, Franz von Leydig, scoprì alcune cellule lipidiche nel tessuto cartilagineo di un ratto - simili ma non uguali alle cellule adipose (adipocidi), idonee all'accumulo di grassi - che si differenziavano dalle usuali cellule cartilaginee (condrociti), più piccole e prive di lipidi. 

In una ricerca pubblicato dalla rivista scientifica "Science",  e ripresa da Nature, un gruppo di ricercatori, guidati dal professore Raoul Ramos, del Dipartimento di Biologia Cellulare e dello Sviluppo, dell'Università della California (Usa), sulla linea delle ricerche del professore von Leydig, ha individuato nella cartilagine dell'orecchio di un topo alcune cellule caratterizzate da un organello cellulare (vacuolo) lipidico che non appartengono alla tipologia degli adipocidi e neanche a quella dei condrociti. Questa struttura, chiamata lipocartilagine, rende il tessuto cartilagineo meno rigido ed è stata trovata nel naso, nelle orecchie e nella laringe dei mammiferi. Tali cellule hanno una funzione simile alla pellicola a bolle che si usa negli imballaggi per proteggere gli oggetti fragili durante il trasporto.

Lo scopo della ricerca era quello di stabilire se le proprietà biochimiche e biomeccaniche dipendevano dai vacuoli cellulari che mantenevano la propria riserva di grasso indipendentemente dalla alimentazione, differenziandosi, così, dalle classiche cellule adipose la cui presenza è legata  alla disponibilità di cibo.

Attraverso strumenti di indagine biochimica e l'utilizzo di tecniche di immagini visive di strutture interne (imaging) - gli scienziati hanno individuato la biologia molecolare, il metabolismo e il ruolo della lipocartilagine nei tessuti scheletrici. Nei vacuoli lipidici, infatti, mancano gli enzimi necessari per scomporre i lipidi accumulati che, quindi, si stabilizzano.

"La scoperta della biologia lipidica unica della lipocartilagine sfida le ipotesi di lunga data in biomeccanica e apre le porte a innumerevoli opportunità di ricerca. I nostri risultati sottolineano la versatilità dei nuovi lipidi e suggeriscono nuovi modi per sfruttare le loro proprietà", afferma il professore Ramon.

La medicina rigenerativa, la riparazione di fratture complesse, gli impianti biocompatibili e nuovi farmaci sono gli obiettivi da conquistare grazie  a questa nuovissima scoperta.  

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 21 gennaio 2025)
 
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