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Le sette follie di Sirchia
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29 giugno 2001 0:00
 
Riprendiamo alcune frasi pronunciate dal ministro della Sanita' Girolamo Sirchia in un convegno a Milano il 26 giugno 2001: 1. "L'immagine che da' uno Stato quando ammette che la droga sia libera e' quella di dire "non e' una cosa pericolosa, tant'e' vero che si puo' vendere". Signor ministro, purtroppo non abbiamo abbastanza spazio sul nostro server per elencarle tutte le cose regolarmente in vendita che possono essere letali, se se ne fa un uso sbagliato. Anche un innocuo lampadario e' potenzialmente letale, se lo si prende in testa. 2. "Quando si liberalizza si aumenta l'offerta e la domanda cresce" Signor ministro, lei e' rimandato a settembre in economia! Se viene aumentata al massimo l'offerta di panettoni al kiwi, tutta l'Italia si ingozzera' di panettoni al kiwi? E poi il mercato della droga va piu' incontro alle esigenze dei compratori di qualsiasi altro mercato. E' il mercato per il quale il cliente si lamenta di meno per il trattamento ricevuto, dopo quello del sesso. Gli spacciatori sono capaci di venderle qualsiasi sostanza, e di trovarne anche su richiesta. Sono venditori migliori di qualsiasi piazzista, e si attaccano al potenziale cliente meglio di un agente assicurativo. 3. "Lo Stato deve contrastare i modelli negativi, che danno dipendenze, sia quello della droga che quelli dell'alcool e del fumo" Signor ministro, i ricorsi storici ci spingono a diffidare dagli Stati che devono "insegnare la verita'", e "promuovere i comportamenti positivi". Spesso, per amore di Dio, della patria o dell'Ideale, si e' finito per insegnare, con i migliori propositi, queste cose nei tribunali speciali, nei campi di prigionia e nelle sale di tortura della Santa Inquisizione. 4. L'uomo vero non ha bisogno di bere o di fumare o, peggio, di drogarsi per andare ad affrontare il mondo. Ma e' il debole che ha bisogno di certi stimoli per competere con gli altri. Signor ministro, ma che cos'e', la pubblicita' di un dopobarba "per uomini veri"? Queste parole le ha pronunciate prima o dopo aver saltato il cerchio di fuoco a torso nudo, con lo sguardo fiero, la baionetta in mano e il pugnale tra i denti? Starace si sta rivoltando nella tomba, ma dal ridere. Pensi allo stato della sanita', per favore, e cerchi di non cadere nel ridicolo. 5. "Abbiamo bisogno di una comunicazione piu' forte di quella che abbiamo avuto finora, perche' dobbiamo contrastare un altrettanto forte comunicazione fatta da coloro che dirigono l'offerta della droga". Signor ministro, in dieci anni siamo passati dalla ragazza con gli occhi bianchi che faceva impressione, non comunicazione, all'"io non calo la mia vita" da libro Cuore bulgaro allegato a tutti i giornali. Oltre ad una certa allegria da parte delle tipografie di tutta Italia, e' probabile che quei cartoncini vengano usati solo per farci i filtri e non producano altre reazioni. 6. "Nei Paesi dove si e' liberalizzato il fenomeno si e' accresciuto" Signor ministro e' vero. Il consumo di stupefacenti e' aumentato ovunque, che si sia o meno legalizzato o, meglio, meno punito, il consumo. Certo che, in caso di legalizzazione, si trovera' qualche criminale un po' piu' scontento, si troveranno delle sostanze che non siano tagliate con chissa' cosa, si acquisteranno senza dovere andare nei posti peggiori delle nostre citta'. Ma il consumo non diminuira' di un grammo. Appunto: perche' non legalizzare? 7. E l'ultima follia, signor ministro e' che si e' scordato la parte migliore, o forse, la stampa, cattiva, non la ha riportata… non ci ha ammonito dal fumare uno spinello, perche' quella e' l'anticamera dell'eroina… ahi, ahi, ahi, perdiamo colpi…
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