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Ti molesta un bimbo in aereo? Prova questo trucco e dai una mano
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Articolo di Redazione
3 agosto 2017 12:25
 
 Molti temono di sedersi vicino ad un bimbo quando prendono un aereo o durante un viaggio in treno: i bimbi (a volte) piangono, urlano e corrono. Il tema e’ molto polemico, come si dimostra quando se ne parla nei social network: da una parte, uno si chiede perche’ i genitori non controllano i propri figli; dall’altro molti ricordano che ci sono adulti che si comportano peggio dei minorenni.
Kesha Bernard, fotografa che vive a Seattle, ha spiegato su Facebook un’esperienza che ha vissuto durante un volo che si prevedeva complicato, ma su cui ha trovato una soluzione in un modo insolito di farlo: dando una mano. Questo messaggio e’ stato condiviso da piu’ di 10.000 mi piace in meno di cinque giorni.
Bernard, madre di due figli, viaggiava sola su un aereo quando ha sentito il pianto di due bambini piccoli e di un bimbo, che viaggiavano con la loro madre. “Nessun problema, ho i superpoteri di una mamma e li posso ignorare...”, ma non ha potuto ignorarli -spiega- ed ecco quello che e’ successo dopo.
 Una donna si lamentava con la madre di una delle figlie che stava prendendo a calci il sedile e aveva anche afferrato la gamba della bambina. Un uomo anziano commentava che “ovviamente il suo modo di educarla non funzionava”. Un’altra donna si era tappata le orecchie con le mani “e faceva orribili espressioni del volto rivolte alla madre”. Gli assistenti di volo non si facevano coinvolgere. E cosi’ che Bernard si e’ alzata dal suo posto ed e’ andata vicino alla mamma. “Le chiedo se ha bisogno di aiuto (a quanto pare questo è molto difficile da fare) e mi dia il suo bimbo”, che subito ando’ in grembo a Bernard, come si puo’ vedere dalla foto. Come sollevati -dice- i tre bambini smisero di urlare e, di fatto, il bimbo che aveva in braccio si addormento’.
“Cosa voglio dire con questo?, scrive nel suo testo in Facebook. Sii gentile e premuroso. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, per amor di Dio, aiutiamolo. Non far nulla e borbottare non serve a nulla, a parte che la persona che ha bisogno di una mano si senta peggio (le parole fanno male)”. E continua: “Il volo intero avrebbe dovuto vergognarsi. Sto dicendo che in un aereo pieno io ero l’unica che voleva dare una mano? Non capisco come si possa ignorare un essere umano che sta passando un brutto momento. Per favore, sii amoroso. Per favore, sii premuroso. Aiutarsi a vicenda… lo si puo’ fare facilmente. Ti prometto che non ti uccidero’”.
Nei commenti, alcune madri parlano di esperienze simili in cui qualcuno ha dato loro una mano durante il viaggio, mentre altri raccontavano dei loro timori per un volo che avrebbero preso un’altra volta. Mi affascina questo -dice uno che commenta-. Ho viaggiato molto con bimbi, non e’ facile”.
Le lagnanze sul comportamento dei bambini durante i viaggi sono ricorrenti, fino al punto che tre compagnie aeree asiatiche hanno creato “zone tranquille” sui propri aerei, proibendole ai minori di 12 anni. Ci sono molti esempi: nei vagoni ferroviari “silenziosi” dei treni spagnoli ad alta velocita’ (AVE) e’ vietato l’ingresso ai minori di 14 ani. Si tratta di provvedimenti che molti giuristi considerano una discriminazione a priori e, pertanto, sarebbe illegale. In ogni caso, come dice la protagonista di questa storia, spesso critichiamo i bambini quando gli adulti a volte mostrano un atteggiamento piu’ riprovevole.

(articolo pubblicato sul quotidiano El Pais del 03/08/2017)
 
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