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Zealandia. Nuove prove per il Nuovo Continente
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Articolo di Redazione
7 ottobre 2017 13:18
 
  Il continente della Zealandia, prevalentemente sommerso, potrebbe essere stato molto più vicino al livello terrestre di quanto si pensava in precedenza, con animali e piante che andavano da un continente all’altro a partire da 80 milioni di anni fa, cosi' come ha fatto sapere rivelato una spedizione.
La Zealandia, una terraferma in gran parte subacquea nel Pacifico del sud, è stata riconosciuta quest'anno come il più recente continente della Terra in un articolo della rivista Geological Society of America. Comprende l’isola Lord Howe, sulla costa orientale dell'Australia, Nuova Caledonia e Nuova Zelanda.
Nelle scorse settimane i ricercatori hanno condiviso i risultati della loro spedizione di due mesi, una delle prime ricerche estese sulla regione, annunciando scoperte fossili e prove di movimenti tettonici su larga scala.
"La scoperta di gusci microscopici di organismi che vivevano in caldi mari di superficie, e spore e polline da piante terrestri, rivelano che la geografia e il clima della Zealandia erano molto diversi in passato", ha dichiarato il Prof Gerald Dickens dell'Università di Rice.
I ricercatori sono andati, con perforazioni, 860 metri sotto il livello del mare in sei diversi siti in tutta la Zealandia. I nuclei sedimentari raccolti hanno mostrato l’evidenza di cambiamenti tettonici ed ecologici in milioni di anni.
"I nuclei hanno agito come macchine del tempo, permettendoci di andare ulteriormente e più in la’ nel tempo", ha detto Stephen Pekar, un ricercatore a bordo della nave di perforazione scientifica, ad agosto scorso. "Stiamo riscrivendo la storia geologica e tettonica della Zealandia in questo sito di trivellazione".
Il continente di circa 5 milioni di chilometri quadrati, approssimativamente la dimensione del subcontinente indiano, è considerato che si sia separato dall'Australia e dall'Antartide, come parte di Gondwana, circa 80m di anni fa.
Nei giorni scorsi il prof. Rupert Sutherland, dell'Università Victoria della Nuova Zelanda, ha dichiarato che la spedizione aveva individuato "grandi cambiamenti geografici".
"[La ricerca] ha grandi implicazioni per la comprensione di grandi questioni scientifiche, come per le piante e gli animali che si sono dispersi e che si evolvono nel Pacifico del sud? La scoperta della terra antica e dei mari di superficie ci fornisce una spiegazione: c’e’ stata una certa mobilita’ per animali e piante ".
Diversi geologi e accademici si sono confrontati in continuazione per il riconoscimento della Zealandia come continente negli ultimi 20 anni. Il nome è stato coniato dal geofisico e oceanografo Bruce Luyendyk nel 1995.
Ma un articolo di quest'anno, pubblicato in GSA Today, "quando il penny è sceso" e’ stato quello che ha contribuito ad un crescente riconoscimento della Zealandia, ha detto uno dei suoi co-autori, Nick Mortimer.
Mortimer ha detto a Guardian Australia, nel mese di febbraio, che il suo è stato il primo documento scientifico pubblicato su una rivista in merito alla Zealandia, ma che non rappresentava "niente di nuovo" per molti altri geologi.
Nell’articolo si dice che la Zealandia, in termini di crescita della massa continentale, differente geologia e spessore della crosta, si qualifica come continente.
"La Zealandia è ovunque sostanzialmente elevata rispetto alla crosta oceanica circostante". "Mentre la maggior parte della crosta della Zealandia è più sottile di quei 30-46 km tipici di molti continenti, diversi studi mostrano che è dappertutto 7 Km più spessa dello spessore della crosta dei bacini oceanici. "Le convenzioni e le definizioni attualmente utilizzate della crosta continentale, dei continenti e dei microcontinenti, non richiedono alcuna modifica perche’ la Zealandia possa essere considerata un continente. Non si tratta di una scoperta improvvisa ma graduale. L'area di 4,9 milioni di km di crosta continentale è grande e sufficientemente distinta per essere considerata non solo come frammento continentale o microcontinente, ma come un vero e proprio continente".
Un ulteriore studio sui 2500 metri di sedimento di nucleo estratto durante la spedizione, dovrebbe darci una visione del cambiamento climatico e della storia del clima della Zealandia. La nave che fa le perforazioni è previsto che l’anno prossimo faccia ulteriori esplorazioni intorno a Nuova Zelanda, Australia e Antartide.

(articolo di Naaman Zhou, corrispondente dall’Australia, pubblicato sul quotidiano The Guardian del 27/09/2017)
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