Impazza il “sondaggio” lanciato dal quotidiano La Nazione per far conoscere i bar in citta’ in cui si puo’ bere un buon caffe’. Abbiamo usato non a caso le virgolette per la parola sondaggio, perche’ tale non e’. L’Istat ci insegna che i sondaggi si fanno in altro modo. Si tratta invece di una simpatica e piacevole inchiesta in cui, purtroppo, alla fine vince solo chi e’ piu’ arrogante. Lo stile e’ quello “Tripadvisor”: tanti -a caso, e quindi non un campione statistico- segnalano quello che per loro e’ buono o brutto per il turismo e il lettore si dovrebbe fare un’idea per dove indirizzarsi. Peccato che le segnalazioni, per Tripadvisor come per il quotidiano fiorentino non possono essere scevre da falsita’ e metodi per stroncare la presunta concorrenza. Chi ci garantisce -come quasi sempre avviene per Tripadvisor- che chi invii i moduli indicando quello o quell’altro bar non sia una lobby organizzata dallo stesso esercizio commerciale? Nessuno. Anzi. Visto il mondo in cui viviamo e che la voglia di primeggiare con metodi truffaldini e da caciara e’ considerata come status symbol ed investimento economico, indipendentemente anche dalla qualita’ di cio’ che si offre (anzi, spesso il numero di segnalazioni/consensi e’ inversamente proporzionale alla qualita’)… e’ molto probabile che i bar ch alla fine verranno indicati come i migliori saranno quelli che si sono organizzati (anche a pagamento, perche’ no?) per inviare piu’ moduli possibile.
Motivo questo per non fare piu’ niente che coinvolga i consumatori? No. Occorre solo prendere atto che alcuni metodi danno effetti contrari di quelli sperati, e che e’ molto meglio chiamare i presunti esperti perche’ giudichino loro. Aggiungendo a questo la capacita’ di penetrazione mediatica dei vari reporter del giornale in questo o quell’altro bar.
Non ce ne voglia nessuno. Ma quello che sta accadendo per queste tazzine da caffe’ e’ il metodo per eccellenza per creare le cosiddette fakenews.