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AEROPORTI: IL DECRETO DI LIBERALIZZAZIONE NON LIBERALIZZA
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Comunicato 
10 febbraio 1999 0:00
 

L'ADUC RICORRE ALL'ANTITRUST E ALLA COMMISSIONE EUROPEA. Roma, 10.02.1999. Il decreto di liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra degli aeroporti, emanata dal Governo, e', a parere dell'Aduc, in contrasto con la direttiva comunitaria 96/67, sull'accesso al mercato dei servizi di assistenza e con le norme sulla concorrenza e il mercato, previste dalla legge 287/90.
Per questi motivi - dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc - abbiamo deciso di ricorrere alla Commissione concorrenza dell'Unione europea e all'Autorita' garante della concorrenza e del mercato (Antitrust).
Il decreto legislativo, n.18/99, prevede, infatti: a) la limitazione al numero di prestatori di servizi di assistenza a terra, il che determina vantaggi concorrenziali per gli enti di gestione degli aeroporti, non riconosciuti dalla direttiva comunitaria; b) la richiesta, da parte dei gestori aeroportuali, di corrispettivi per l'utilizzo delle infrastrutture aeroportuali, che non appaiono essere connessi all'uso e ai costi di gestione e non devono quindi rappresentare delle royalties, che vanno a compensare il cessato guadagno, conseguente alla liberalizzazione dei servizi; c) la demagogica tutela dei livelli occupazionali, cioe' l'imposizione di assorbire la manodopera eccedente, il che disincentiva l'ingresso nel mercato di nuovi operatori; d) la limitazione all'autoassistenza, cioe' alla possibilita' per i vettori di svolgere i servizi di assistenza a terra in autoproduzione.
Il decreto cosi' strutturato costituisce una restrizione della concorrenza ed e' in contrasto con la liberalizzazione del mercato dei servizi di assistenza a terra. Per questi motivi abbiamo deciso di ricorrere alle Autorita' garanti in sede comunitaria e
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