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AGENZIE REGIONALI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
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Comunicato 
26 maggio 2001 0:00
 


BENE L'INIZIATIVA DEL VENETO, MA ATTENZIONE A NON RIPETERE CIO' CHE CHE SONO LE ARPA E A FAR SI' CHE IL CONSUMATORE VI SI POSSA RIVOLGERE DIRETTAMENTE CON SODDISFAZIONE DELLE RICHIESTE. LA GESTIONE AI PRIVATI.

Firenze, 26 maggio 2001. L'assessore veneto all'Agricoltura ha annunciato l'apertura di un'agenzia regionale per la sicurezza alimentare. Sarebbe la prima del genere in Italia che, a detta dell'assessore Giancarlo Conta, dovrebbe dare una risposta alle richieste di certezze, garanzie e non-espedienti che vengono da parte dei consumatori.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Alla vigilia dell'istituzione (tutti ci auguriamo con sede in Italia) dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ben vengano iniziative del genere, specialmente perche', come ha dimostrato la storia della Bse, siamo in un settore in cui si naviga ancora a vista.
Ufficialmente le regioni sono gia' dotate di strutture che dovrebbe occuparsi della materia: le Arpa, agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente, che esistono grazie ad un referendum che gli italiani approvarono nel 1993 togliendo le specifiche competenze alle allora Usl, hanno uno specifico settore che dovrebbe occuparsi della sicurezza alimentare, ma sono praticamente inesistenti, perche' quel poco che queste agenzie fanno lo hanno ristretto alle questioni ambientali. Per cui scorporare dalle Arpa la sicurezza alimentare, potrebbe dare a questo settore uno slancio che fino ad oggi non c'e' stato. Infatti il consumatore, per esempio, quando ha qualche problema (anche il "banale" animaletto morto dentro la bottiglia della bibita), non si rivolge all'Arpa (che spesso non ha neanche gli specifici sportelli) ma interpella i NAS (Nuclei anti sofisticazioni) dei Carabinieri, che rispondono bene, ma limitatamente alle loro funzioni di polizia, quindi per solo un aspetto di cio' che il consumatore vorrebbe (la repressione), lasciando scoperto quello della prevenzione.
Ovviamente dovrebbero essere agenzie in cui il consumatore si possa direttamente rivolgere, e a soddisfazione immediata, senza quegli orpelli burocratici che caratterizzano queste strutture.
Una preoccupazione che esterniamo insieme a quella che non diventino, come oggi in parte sono le Arpa con le associazioni verdi ed ambientaliste, sottobosco occupazionale per le associazioni di consumatori. Dopo il Consiglio nazionale dei consumatori fatto ad hoc per imbavagliare e omaggiare le associazioni dei consumatori a livello nazionale, non ci stupirebbe che un meccanismo del genere prendesse forma a livello regionale. Per impedire che cio' succeda, c'e' solo una strada: lo sganciamento dal sistema occupazionale pubblico e l'assegnazione dei compiti a strutture private (con totale assenza di capitale pubblico al loro interno) dietro bando pubblico di gara. Cosi' se funzionano e costano poco, bene; altrimenti a casa e avanti un altro.
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