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ALLEVATORI CRIMINALI?
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Comunicato 
16 marzo 2001 0:00
 


Anche in Italia bovini inglesi venduti come francesi.
L'Aduc interessa i ministeri della Sanita', delle Politiche Agricole, degli Interni e l'Arma dei Carabinieri.

Firenze, 16 Marzo 2001. Una notizia importante e' passata molto poco sui media italiani: e quella relativa alla data del processo (2 e 3 luglio) che e' stata fissata a Coutances (nel nord della Francia) a due allevatori francesi -rispettivamente della Manica e del Calvados in Normandia- perche' avrebbero contrabbandato come francesi 19 mila vitelli britannici, proprio nel periodo in cui cominciava ad infuriare il morbo della mucca pazza e nell'Ue non era ancora scattato l'embargo ai bovini britannici (1995).
Fatti di casa loro? Non proprio, perche' dopo questa operazione di "cambio d'identita'" gli allevatori francesi vendettero dei vitelli anche in Italia, in allevamenti nelle campagne di Mantova e Verona.
E che non si tratti solo di ipotesi, perche' i due allevatori non si sono dichiarati innocenti, ma hanno rilasciato dichiarazioni del tipo "lo fanno tutti".
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il fatto e' molto grave, perche' fa vedere molto piu' lontano di quanto oggi, probabilmente, non stanno facendo le nostre autorita' sanitarie, pur con la buona volonta' dei due ministeri coinvolti, Sanita' e Politiche Agricole. Non si tratta quindi di mettercela tutta, ma di mobilitare anche piu' di quanto non si sia fatto fino ad oggi, perche' il fenomeno e' essenzialmente di natura criminale. Non e' un caso che ancora oggi, dopo svariati anni che le farine animali sono state vietate, si legge di sequestri di farine di questo tipo, e allora, perche' dovremmo escludere il fenomeno criminale di chi opera nel settore anche in Italia?
Inoltre, cosa e' stato fatto per rintracciare questi acquisti di vitelli naturalizzati francesi? E probabile che diversi di loro siano stati gia' macellati, ma avranno pur generato altrettanti vitelli.
Insomma ce n'e' da stare molto piu' allerta di quanto non si creda, in particolar modo in questo momento, che' la tensione e l'attenzione si e' abbassata e, in un certo senso, ci siamo abituati a convivere con la mucca pazza.
Non vorremmo che anche in questa occasione succedesse cio' che e' accaduto dal 1996 fino alla fine dell'anno scorso, quando isolati chiedevamo garanzie alle autorita' sanitarie italiane e comunitarie, e per risposta avevamo il mutismo di quelle italiane e l'apertura delle frontiere con la Gran Bretagna da parte di quelle comunitarie. Non crediamo di essere stati allarmisti all'epoca (anche perche' i fatti, purtroppo ci hanno dato ragione), e non crediamo di esserlo oggi.
Per questo abbiamo deciso di inviare questa nota al ministero della Sanita', a quello delle Politiche Agricole e soprattutto a quello degli Interni, nonche' al Comando dei Carabinieri.
In conclusione, non possiamo non stigmatizzare che questo si sappia proprio oggi, quando il ministero delle Finanze ha deciso di aiutare gli allevatori e macellai con lo spostamento a sei mesi delle scadenze dei pagamenti fiscali: chissa' cosa dovrebbe fare il consumatore per avere altrettanti privilegi.
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