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ASSICURAZIONE/GABELLA CASALINGHE
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Comunicato 
25 aprile 2001 0:00
 


C'E' CHI SOSTIENE CHE DEVE ESSERE PAGATA DA CHIUNQUE MAGGIORENNE, IN UN NUCLEO FAMIGLIARE, NON SVOLGA ATTIVITA' LAVORATIVA.
LA BEFFA SULLA BEFFA DELL'ULTIMA ODIOSA TASSA DI ESISTENZA IN VITA?
L'ADUC CHIEDE LUMI AL MINISTERO DELLE FINANZE

Firenze, 25 Aprile 2001. Da poco e' obbligatoria in Italia l'assicurazione contro gli infortuni domestici delle casalinghe. Un balzello di 25 mila lire che non serve a niente, se non a rimpinguare le casse dello Stato per 13 miliardi e mezzo all'anno: l'assicurazione copre gli infortuni che avranno provocato danni di inabilita' superiore al 33% e, comunque, non in caso di morte: una percentuale altissima se si considera il livello di incidenti che possono compromettere la continuita' dell'attivita' casalinga.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' una delle tradizionali follie del nostro Paese, e una delle onte che non sono sufficienti a far vergognare i nostri governanti nei consessi europei ed internazionali. Una vera e propria tassa di esistenza in vita.
Ci torniamo sopra, perche' siamo venuti a sapere che in alcuni uffici Inps (nella fattispecie quello di piazza Augusto Imperatore di Roma), dove i cittadini vengono dirottati per avere informazioni alla bisogna, si sostiene che la gabella deve essere pagata da chiunque, nello stesso nucleo famigliare, maggiorenne convivente di chi presta un'attivita' lavorativa, non abbia a sua volta un lavoro; quindi, immaginiamo anche i figli in attesa di svolgere un'attivita' o che devono ancora finire gli studi.
In effetti, la legge -cosi' come ripreso dal sito Internet dell'Inail che, nonostante sia graficamente illeggibile, siamo riusciti ad interpretare- dice questo:
Chi si deve assicurare
Sono obbligati ad assicurarsi coloro, in età compresa tra i 18 ed i 65 anni, che svolgono in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, lavoro finalizzato alle cure della propria famiglia e dell'ambiente in cui dimora. Sono esclusi coloro che svolgono altra attività che comporti l'iscrizione a forme obbligatorie di previdenza sociale.
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E, vista la difficolta' di giuridicamente definire l'attivita' casalinga, se non quella dell'autodichiarazione, e visto l'obbligo di questa gabella, comprendiamo che in uffici come l'Inps non vadano tanto per il sottile, specialmente quando si tratta di incassare soldi, e quindi giocano all'ingrosso, tanto qualcuno ci abbocchera', e la dannazione per chiedere un eventuale rimborso di 25 mila lire, e' difficile che qualcuno se l'accolli volontariamente.
Per fare chiarezza abbiamo chiesto lumi al ministero delle Finanze direttamente, in modo che intervenga per dirci di preciso chi deve pagare.
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