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ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA ANTI-CALAMITA' PER LA CASA
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Comunicato 
6 novembre 2003 0:00
 

UNA GABELLA PER LE ASSICURAZIONI .PERCHE' LO STATO SI VERGOGNA A CHIEDERE UNA NUOVA TASSA IN MERITO

Firenze, 6 Novembre 2003. L'assicurazione obbligatoria contro le calamita' naturali che e' stata inserita nella Finanziaria e' -con una sola parola- una gabella. Cioe' una gabella a favore delle compagnie assicuratrici che, non a caso, attraverso la loro associazione (Ania) stanno facendo il diavolo a quattro per cercare di convincere il legislatore della bonta' per i singoli, per tutti e per lo Stato della sua introduzione. Del resto -dice l'Ania- grossomodo si trattera' di soli 25 euro all'anno, e poi -aggiungiamo noi- la componente fiscale non potra' mancare, per cui il connubio Ania/Stato non potra' che essere utile ad entrambi.
Noi siamo convinti che questo balzello verra' approvato, perche' il legislatore non sta mostrando molta attenzione ai consumatori e ai contribuenti, ma piu' che altro alle categorie e alle corporazioni dei vari attori dell'economia. Le assicurazioni non sono secondarie. Anzi.
La situazione, che portera' all'approvazione di questa gabella, a nostro avviso e' la seguente. Siccome sulla riduzione dei prezzi della polizza obbligatoria Rc-auto ci si sta tanto parlando addosso quanto non ottenendo alcun risultato (di liberazione e liberalizzazione del mercato -che sarebbe l'unica soluzione- non se ne parla affatto), alla fine le assicurazioni, per non far fare una figuraccia allo Stato rispetto alla sua inutilita' in merito, cederanno qualcosina (pochissimo, non ci si faccia illusioni). Ma lo Stato "salvato" dalla figuraccia, dovra' pure dare qualcosa in cambio alle assicurazioni .. ed ecco i 25 euro che, sicuramente, saranno molti di piu' di quanto le assicurazioni sconteranno sulla Rc-auto. Quindi maggiori introiti per le assicurazioni e maggiori introiti fiscali per lo Stato. Chi paga questo di piu'? I proprietari di casa (piu' del 50% delle famiglie), che sono anche assicurati e contribuenti e che per le loro case pagano gia' l'Ici e altre tasse come quelle per i consorzi di bonifica, che includono anche i fondi contro le calamita' naturali.
Una domanda. Ma se non e' lo Stato che si deve far carico della sicurezza pubblica anche contro le calamita' naturali, a cosa servono le tasse in generale? Per cui, bando alle ipocrisie e alle vergogne (sempre che qualcuno, in ambito fiscale, sia in grado di vergognarsi). Se lo Stato vuole piu' soldi per far fronte alle calamita' naturali, imponga una nuova tassa e basta.
Dimenticandoci che molto spesso queste calamita' arrecano enormi danni per le inadempienze dello Stato stesso e non per mancanza di fondi da dedicarvi (chi fa costruire, o non fa nulla per impedire che si costruiscano, case non anti-sismiche in zone sismiche? Chi non controlla gli edifici scolastici?).
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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