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Banca del Mezzogiorno. Tutti insieme appassionatamente verso.... il non-mercato
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Comunicato di Vincenzo Donvito
12 novembre 2009 15:16
 
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al primo incontro informale per la costituzione del comitato promotore della “Banca del Mezzogiorno spa” ha invitato tutti: industriali, sindacati, associazioni di varie categorie, banche, etc. L'emendamento in Finanziaria che istituisce questa banca sara' approvato oggi o domani in Senato e le Poste spa hanno gia' spianato davanti a se' un futuro di affidamento della gestione. Si parla di rapporti privatistici, in cui lo Stato dovrebbe facilitare i processi e le iniziative per aumentare la capacita' di offerta del sistema bancario e finanziario del Mezzogiorno, sostenere le iniziative imprenditoriali meritevoli di credito e canalizzare il risparmio vero iniziative economiche che creino occupazione nel Mezzogiorno.
Intanto, cosi' come prevede l'emendamento in Finanziaria, gia' ufficialmente e' previsto un conflitto di interessi: lo Stato -ufficialmente solo “facilitatore”- sara' invece presente tra i soci fondatori attraverso societa' a partecipazione pubblica. E non e' un problema da poco, perche' se il soggetto interessato a erogare credito a chiunque per il bene di una zona dell'Italia, dovra' poi decidere se erogarlo a se stesso... qualcosa non torna. Non solo, ma perche' le Poste spa dovranno poi gestire questa nuova banca? Non si tratta forse di una societa' privata il cui capitale e' dello Stato?
A questi interrogativi fondamentali aggiungiamo solo una considerazione.
La vecchia Cassa del Mezzogiorno perche' fu chiusa? I 140 miliardi di euro che questa Cassa ha erogato nel Sud dal 1951 al 1992 se fossero serviti alla bisogna (colmare il gap tra Nord e Sud del Paese) oggi non saremmo qui a riproporla pressocche' identica. E non c'e' da credere che si tratti di qualcosa di diverso rispetto al passato perche' tutte le categorie ed associazioni economiche e sindacali hanno manifestato il loro interesse in una sorta di unita' nazionale sudista: nella miseria i disgraziati sono disposti a tutto foss'anche solo per lenire di poco la loro condizione. E disgraziati non sono solo coloro che oggi a Sud riescono ad ottenere meno credito rispetto a chi sta al Nord, ma lo sono anche coloro che, incapaci di essere nel mercato con proposte allettanti e capacita' di esserne attori per innovazione e interesse della loro produzione o dei loro servizi, si buttano a capofitto per attaccarsi alle mammelle della mucca/Stato che viene loro offerta.
Tutto questo e' premessa di non-mercato, assistenzialismo e gestione da parte dei centri di potere partitico, industriale e sindacale. A nostro avviso il contrario di cio' che ci sarebbe voluto.
Ne riparliamo fra qualche anno, anche se gia' nei prossimi mesi, dalla composizione e le decisioni del comitato promotore, crediamo sara' chiaro il bagno di soldi e di non-credibilita' dello Stato che sta per essere avviato.
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