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BIGLIETTI AEREI ALL'ASTA IN INTERNET
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Comunicato 
3 marzo 2000 0:00
 


STANTI LE ATTUALI LEGGI E' MOLTO PROBABILE CHE SERVA SOLO A RIMETTERCI SOLDI, DEI CONTRIBUENTI. OLTRE A SPANDERE UN PO' DI DEMAGOGIA SUL MEZZO INTERNET.

Firenze, 3 Marzo 2000. L'Alitalia sta lanciando una promozione di biglietti aerei a prezzi stracciati, messi all'asta in Internet nel periodo dal 6 al 27 marzo.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La cosa ci farebbe molto piacere perche' dovrebbe servire sia agli utenti che al vettore aereo di Stato: i primi avrebbero prezzi che sul mercato si trovano con difficolta', mentre i secondi, in uno dei periodi dell'anno piu' bassi per la frequentazione del voli aerei, avrebbero occasione per minori perdite economiche.
Ma c'e' un MA gigantesco, che e' quello che fino ad oggi blocca qualunque iniziativa di vendite di biglietti di trasporto aereo (e non solo) in Internet: il diritto di recesso di chi fa l'acquisto.
L'asta in Internet sarebbe la classica iniziativa messa in opera fuori degli esercizi commerciali, e quindi rientrante nelle norme che consentono il diritto di recesso dall'acquisto entro i 7 giorni successivi all'acquisto.
E quindi, cosa fara' l'Alitalia di fronte ad una richiesta di recesso? Non potra' far altro che ridare i soldi indietro sperando di riempire quel posto aereo in altro modo. Si evince che quando questo recesso avvenisse -nel rispetto dei tempi della legge- il giorno prima della partenza del volo, per l'Alitalia sara' sempre piu' difficile rivendere quel posto. Dove sara' il suo guadagno? Crediamo ci sara' solo perdita, e un ipotetico guadagno in immagine per la sua presunta generosita' e disponibilita' ad incrementare il trasporto aereo economico.
Vediamo all'orizzonte molte perdite economiche, e considerato il fatto che l'Alitalia e' un vettore di Stato, si tratta di perdite che verranno ripianate con i soldi dell'Erario, cioe' dei contribuenti.
Ma allora, a che serve questa iniziativa? Non sarebbe stato forse meglio porsi in modo concreto il problema di questa impossibilita' tecnica e normativa di vendere biglietti via Internet, e cercare una soluzione? Altrimenti, cio' che resta e' solo una pubblicita' a spese del contribuente, e un po' di demagogia sull'uso di Internet.
Un'occasione perche' il legislatore rifletta e intervenga su questi vincoli che rendono difficile l'uso di Internet, e non invogliano le aziende a fare offerte invitanti per i consumatori.
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