I provvedimenti del Governo per mitigare gli incrementi dei prezzi di elettricità e gas vanno in parte (bene il ridimensionamento degli oneri di sistema, ma perché l’Iva non viene azzerata?) nella giusta direzione ma non è chiaro l’investimento per l’estrazione del gas. Quali sono i tempi perché - Eni soprattutto - riuscirà a dare questo servizio?
Siccome da più parti, anche in sede europea, si ripete che prima o poi questi aumenti del costo della materia prima dovrebbero rientrare (ammesso che non ci sia una guerra in Ucraina).. non è che ci ritroviamo con una bella attività estrattiva del gas, tutt’altro che ecologica, quando non sarà più necessario e, magari, con le varie fonti alternative che, pur potendo essere all’altezza del fabbisogno, non lo saranno perché trascurate?
Qualcuno ha fatto questi calcoli temporali ed economici?
Non ci sembra.
Per cui, invece di rimettere in moto una produzione energetica che comunque domani dovrebbe essere dismessa,
non valeva la pena garantire di più le produzioni cosiddette alternative e molti di quei soldi oggi investiti su Eni&co riversarli direttamente sulle specifiche bollette famigliari ed industriali?
Non vorremmo che l’assenza di risposte a queste domande sia “solo” perché si è deciso di andare avanti senza un piano, di fatto incrementando l’attività fossile senza futuro, e mettendo
una pezza che, a breve, risulterà peggiore dell’esistente.
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