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CALO DELLE VENDITE DELLE DUE RUOTE
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Comunicato 
18 aprile 2001 0:00
 


PERCHE' QUALCUNO SI ASPETTAVA IL CONTRARIO? E CREDEVA CHE LE AZIENDE E I CONSUMI AVREBBERO TROVATO GIOVAMENTO GRAZIE AGLI INCENTIVI ASSISTENZIALISTI? L'UNICA POLITICA DI INCENTIVAZIONE E' RIDURRE IL CARICO FISCALE E I COSTI DELLA MANO D'OPERA, SPEZZANDO IL CERCHIO INFERNALE DI RICARICO SU TUTTO, CHE METTE I CONSUMATORI CONTRO LE AZIENDE.

Firenze, 18 Aprile 2001. Puntuale, dopo tre anni di incentivi assistenzialisti, e' arrivata la crisi del settore "due ruote", con un calo di immatricolazioni nel mese di marzo, rispetto allo stesso mese del 2000, del 36,3%.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E ora assisteremo a discorsi cosiddetti seri, rigidamente elettorali, di sindacati che minacceranno le aziende che non potranno non licenziare, e dei politici -ministro dell'Industria in testa- che favoleggeranno di non sappiamo quali altri invenzioni per far rinascere il mercato.
Forse qualcuno si aspettava il contrario, credendo che le aziende e i consumi avrebbero tratto giovamento grazie ai regali assistenziali che lo Stato aveva deciso di erogare per convincere alla rottamazione e all'acquisto di un nuovo "due ruote"? Cio' che avevamo paventato quando comincio' questa scellerata campagna, si e' matematicamente verificato.
Non e' con l'aiuto a fondo perduto dello Stato che si incentiva un settore e i suoi consumi. Gli si fa fare una fiammata, ma dopo la situazione diventa peggiore, perche' ci sono molti che dovranno lasciare il loro posto di lavoro, e alla baldanzosita' degli alti prezzi del settore (lievitati perche' materialmente dalle tasche dei consumatori uscivano meno soldi di quelli che servivano per l'acquisto) i consumatori senza incentivi non sono interessati: gli assurdi prezzi dei super venduti scooter (che sono, non a caso, quelli che registrano il calo maggiore: 44,8%) sono stati troppo gonfiati rispetto al loro valore reale, e quando il crudo rapporto economico di dare/avere non e' alterato dall'intervento dello Stato/mucca, ecco che mostrano tutta la loro debolezza e alterita' rispetto al mercato.
I finti mercati durano poco, mentre durano quelli che si fondano sulle politiche di incentivazione alla solidita' aziendale, con meno fisco in generale e meno costi fiscali della mano d'opera, scollegandoli dalla rigidita' contrattuale di sindacati che impongono il mantenimento del loro potere come condizione della stesura di un rapporto di lavoro. Un cerchio infernale che coinvolge tutti i cicli produttivi che servono a realizzare il prodotto da immettere sul mercato: dalla componentistica, agli accessori, dai ricambi cosiddetti originali, al casco, e cosi' via.
Oggi stiamo andando verso un mercato dove i consumatori saranno contro le aziende, proprio come e' gia' successo per il mercato assicurativo. La responsabilita' e' solo delle miopi politiche di incentivazione assistenzialista.
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