testata ADUC
E-COMMERCE ITALIANO
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
21 febbraio 2000 0:00
 


OCCHIO ALLE FREGATURE: SONO LE PROPOSTE PIU' FREQUENTI IN UN PAESE CHE DI INTERNET E DI E-COMMERCE NE PARLA MOLTO MA NE FA POCHISSIMO.

Firenze, 21 febbraio 2000. Alcune parole magiche -new-Economy, E-commerce- sembrano affascinare le fantasie di chi scrive e di chi legge le informazioni italiane in materia. Ma dire che siamo all'eta' della pietra e' solo essere benigni.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
A parte i governanti che si stanno scervellando per capire quali regole restrittive e quali tasse dovranno inventarsi per il fenomeno business in Internet, l'offerta italiana e' veramente deludente e piena di squali.
Con l'esclusione dei settori informatica, libri, elettronica, dove qualita' e convenienza di alcuni grandi negozi virtuali riescono a tenere alta l'offerta in rete, il resto e' terra bruciata, col rischio anche di scottarsi. Mentre per quanto riguarda la super pubblicizzata finanza, per ora si tratta solo di vetrine e sperimentazioni.
Fare acquisti in rete non e' ancora possibile, salvo imbattersi in super-propagandati portali che brillano per assenza e poverta' di offerte, condite da furbizia di chi crede che il fatto stesso di essere in rete sia di per se' qualificante. Ci si imbatte in offerte presentate male e a costi piu' alti del mercato non virtuale, con in piu' l'aggravante di spese di spedizione che neanche il corriere piu' raffinato praticherebbe (ci e' successo in un triste sito di un'importante casa vinicola dove il trasporto costava molto caro ed anche piu' del valore dell'acquisto): il settore alimentare e' praticamente assente se non sotto la formula del pacco dono tipo natalizio. L'idea di andare in Internet e trovare quello che c'e' al supermercato e' anch'essa virtuale e spesso costruita ad arte per favorire questo o quell'altro affarista che si affaccia alla rete. A differenza di cio' che viene strombazzato in ogni dove, cio' che proprio manca e' offerta e convenienza.
Per queste ragioni ci fa sorridere -per tempestivita' e inutilita'- chi, da impegnato nelle politiche dei consumatori, ha proposto il suo marchio a garanzia degli acquisti in rete: per garantire il nulla ci sembra proprio una "grande" iniziativa, per farsi pubblicita' e travisare l'utilita' di un'associazione di consumatori per trasformarla in venditrice di marchi di qualita', ci sembra una cosa che si qualifica da se'.
E' evidente, infine, che tutte le transazioni che vengono offerte con l'uso di carta di credito, sono altamente pericolose, anche in presenza di mega marchi e sigle che dovrebbero servire a incutere certezza. Non e' un caso, infatti, che le aziende italiane di un certo spessore che vendono in Internet prodotti informatici, non usano la carta di credito, ma contrassegno, bonifici o punti locali di riferimento.
La rete e' strutturalmente pericolosa, cosi' come la distribuzione tradizionale. Percio' le accortezze che usiamo abitualmente quando facciamo un acquisto, devono essere utilizzate anche li', anche se c'e' una tendenza ad abbassare la guardia grazie al tono spesso amicale con cui ci si confronta e si legge in Internet.
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS