Gli acquisti dei consumatori nel mese di dicembre scorso sono cresciuti. Secondo le stime Istat, le vendite al dettaglio sono cresciute di quasi l’1% in valore e poco più di mezzo punto% in volume (1). Cifre abbastanza modeste se pensiamo che il mese di dicembre - tra feste, regali e tredicesime - è psicologicamente ed economicamente tra quelli più “abbondanti” e “pieni di tentazioni”. Ma evidentemente la crisi non è un’invenzione e i consumatori sono più attenti e più “formichine” nel proprio quotidiano, visto che, per esempio, nel 2021 la liquidità nei conti correnti dei risparmiatori è cresciuta di 110 miliardi (per chi - in calo come quantità - riesce a farlo).

Inoltre, se facciamo il confronto con lo stesso mese del 2020 (+2,5%), si registra meno entusiasmo. I consumatori a dicembre 2020 credevano che la crisi economica da covid sarebbe stata passeggera e quindi - feste e affini - spendevano di più e risparmiavano meno.
Se riguardiamo al pre-covid, dicembre del 2019, l’entusiasmo è ancora più flebile 0,5%: a Natale si spendeva di più ma con piccole differenze rispetto ai mesi precedenti, visto che di covid e crisi non ce n’era nessun sospetto o realtà.

Ora c’è la lunga crisi energetica per la geopolitica Ue/Russia/Usa, e anche la benzina sta conoscendo i propri picchi… quindi c’è poco da essere ottimisti per i prossimi mesi.

C’è da capire, per quanto abbia competenze e mezzi per farlo, cosa il nostro governo/legislatore intende fare oltre a mettere tamponi con defiscalizzazioni temporanee e progetti di energia alternativa non proprio dietro l’angolo. Non solo, ma siccome nel frattempo per l’energia si sono deteriorati tutti i settori di produzione e servizi, ci sarà da capire/vedere come questi a loro volta potrebbero farci meno male.


NOTE
1 – c’è da considerare, per meglio comprendere, che le percentuali delle vendite tendenziali sono rispettivamente del 9,4 (valore) e 7,7 (volume)

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