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CONTRABBANDO SIGARETTE: VIOLENZA E DEFISCALIZZAZIONE
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Comunicato 
29 febbraio 2000 0:00
 


IL MINISTRO DEGLI INTERNI PROPONE DI CONTINUARE AD ESSERE SCONFITTI DAI CONTRABBANDIERI, FACENDO PAGARE A CONTRIBUENTI E CONSUMATORI IL PREZZO DI QUESTE SCONFITTE.

Firenze, 29 Febbraio 2000. Il ministro degli Interni, durante un'audizione alla Commissione parlamentare Antimafia, ha respinto qualunque ipotesi di defiscalizzazione delle sigarette al fine di rendere poco vantaggiosa la vendita di contrabbando. Secondo il ministro Bianco la delinquenza e' multifunzionale (droga, prostituzione, etc …) e levarle un mercimonio non risolverebbe il problema. Percio' l'unica soluzione che prospetta e' quella della prevenzione e repressione del fenomeno in termini di polizia e militari.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La novita' del ministro Bianco si esaurisce cosi' nella semplice non-novita', perche' cio' che ci prospetta e' quello che per decenni hanno sempre fatto gli altri ministri degli Interni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: un deterioramento e peggioramento della situazione.
Il rifiuto di defiscalizzazione delle sigarette si ascrive nella stessa logica proibizionista che si benda di fronte a qualunque ipotesi dolce di affrontare delinquenza e consumo di prodotti che, pur se nocivi per la salute, fanno parte del costume quotidiano dei consumatori. E' cosi' per le droghe oggi illegali, ed e' altrettanto per quelle legali, come il tabacco.
Lo Stato si arma militarmente di piu', e la delinquenza fara' altrettanto, con sempre maggiori pericoli di coinvolgimento di chi non c'entra nulla, magari perche' sta solo passando per strada mentre poliziotti armati fino ai denti si stanno scannando con altrettanti delinquenti armati fino ai denti. L'escalation della violenza nella regione Puglia non e' servita a capire che alla violenza dell'illegalita' si deve rispondere con la fermezza e certezza della legge, dove per legge non si puo' solo leggere "azioni militari e di polizia", ma ci si deve sforzare di capire cosa non ha funzionato per arrivare fino a certe situazioni, e provare il contrario.
Se la defiscalizzazione delle sigarette appare al ministro come una manovra minore, non deve per questo sembrare inutile. Puo' benissimo essere il primo passo per levare dalle mani della criminalita' la gestione di tutto cio' che e' oggi proibito, per portarlo nella legalita'. Una logica che vale per il tabacco che ha prezzi di mercato che non corrispondono al suo valore intrinseco, ma solo a demagogiche campagne salutiste e voracita' fiscale dello Stato, ma che vale anche per prostituzione e droghe illegali: levare un mercato alla delinquenza riconquistandolo alla legalita', e organizzare la prevenzione per l'insorgere di nuovi mercati illegali.
E' solo questione di volonta': si tratta di sperimentare cio' che fino ad oggi non e' stato fatto, a maggior ragione perche' il perseverare con la politica attuale e' gia' sul margine del garantito insuccesso.

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