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COSTI DELLA BENZINA E TASSE
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Comunicato 
14 ottobre 1999 0:00
 

FINTANTO CHE AVREMO GOVERNANTI CON LINGUA BIFORCUTA, LA BATTAGLIA PER UN PREZZO EQUO E' PERSA.

Firenze, 14 ottobre 1999. Il ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, aggiunge la sua voce al coro di Governo che non vuole che, per far diminuire il prezzo della benzina, si tocchi la fiscalita'. Non solo, ma il ministro ci ricorda che siamo a livelli assoluti ancor piu' bassi rispetto al resto d'Europa.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non sappiamo in quale Italia viva il ministro Ronchi, e con quali soldi paghi il benzinaio, come il panettiere, il macellaio e il pescivendolo, cosi' come non sappiamo in quali Paesi si rechi quando va all'estero. Ma sappiamo che noi in quest'Italia ci siamo e facciamo la spesa con soldi che valgono sempre meno, e che ogni tanto facciamo una puntata oltre confine e ci rendiamo conto che con un biglietto da 10 mila lire compriamo molto meno di quello che si compra nei nostri negozi.
Quando il ministro, quindi, ci dice che vuol raggiungere i livelli europei, forse sarebbe meglio si ricordasse queste elementari logiche e realta' economiche.
Nello stesso tempo tutti tuonano contro una diminuzione della pressione fiscale e indicano altre vaghe componenti del prezzo su cui si dovrebbe intervenire per ridurre il costo al dettaglio. Stanno parlando di quel circa 30% in cui sono racchiusi costo all'origine e guadagni di grossista e dettagliante. Tra questi ultimi poi, l'Unione Petrolifera (che con i suoi affiliati controlla il 50% del mercato, dove l'altro 50% e' controllato dallo Stato attraverso la sua azienda Agip-Ip), proprio per prostrarsi al suo socio duopolista che e' anche suo padre/padrone, e' disposto a tutto, anche ad accettare quella ridicola e violenta imposizione di intercambiare i gadget con lo sconto: cosa non si fa per campare …..
Inoltre e' bene ricordare che lo Stato, ogni volta che aumenta il prezzo al dettaglio ha un maggiore introito fiscale, che' e' una percentuale del tutto. Se lo Stato e' preoccupato per quello che l'aumento della benzina provoca nelle tasche dei suoi sudditi, perche' non rinuncia all'aumento del guadagno fiscale? Sarebbe un metodo di contenimento.
Ma questo non succede, come non succedera' niente nei prossimi mesi. Leggeremo e ascolteremo le dichiarazioni dei vari ministri coinvolti: tutti inneggianti al loro diritto di guadagnare e al loro dovere di ripulire le tasche dei sudditi.
E' bene essere chiari sull'argomento. La battaglia, noi consumatori, per il momento l'abbiamo persa. Fintanto che continueremo ad essere governati da questi ministri e petrolieri garantiti, che parlano con lingua biforcuta. Tutto cio' che continuiamo a denunciare, e che oggi resta lettera morta, puo' servire solo a tenere caldo l'argomento e a far crescere la consapevolezza di essere presi in giro.
Da parte nostra continueremo a registrare l'aumento di sfiducia verso le istituzioni e il continuo allontanamento da esse da parte di coloro che non hanno alcuna voglia di essere
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