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Comunicato 
28 agosto 1999 0:00
 
NEL CARCERE DI SOLLICCIANO DI FIRENZE SENZA CERTEZZE E SENZA DIRITTI?
E SENZA SERVIZI? L'ADUC RICHIEDE UN'INDAGINE ALLA DIREZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA. SITUAZIONI CHE SI VERIFICANO ANCHE PER LE PRECARIE CONDIZIONI LOGISTICHE DI QUESTO CARCERE.

Firenze, 28 Agosto 1999. L'avvocato dello studio legale dell'Aduc, Elisabetta Bavasso, racconta la vicenda che, con un esposto, ha anche riferito alla direzione del carcere di Sollicciano:
Nominata difensore dal signor Gabriele Rossi in carcere a Sollicciano, lo stesso in un colloquio mi riferiva di aver inoltrato dal carcere domanda al Tribunale della Liberta'. Il giorno 19 agosto alla Procura, pero', non risultava. Essendo prossimi alla scadenza (10 giorni entro la convalida dell'arresto, che era avvenuto il 10 agosto), ne presentavo un'altra.
Il signor Rossi, pertanto, mi confermava il deposito della sua istanza l'11 agosto, scritta a mano da lui e imbucata nell'apposita casetta su indicazione di un agente, al quale gia' il giorno prima aveva richiesto di inoltrare l'istanza.
Recatami in carcere vado in direzione e la vice-direttrice fa telefonicamente richiesta di ricerca e mi segnala di rivolgermi ad un ispettore dell'ufficio matricola che, a sua volta, dopo alcune telefonate, conclude che l'istanza non risulta. Questi i fatti.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito. Cio' che e' successo e' molto grave: stiamo parlando della concessione di liberta' o meno ad una persona sottoposta a restrizione della stessa, e dell'unico strumento per far valere questo diritto, l'istanza al Tribunale della Liberta'. Una richiesta cosi' importante che pero' viene affidata ad una cassetta postale, senza ricevuta per il mittente. Ci sono, quindi, due possibili letture di questa organizzazione postale dell'amministrazione carceraria: o non esistono margini di errore nell'organizzazione, o si sottovaluta il diritto di comunicazione di un detenuto; e vuole il caso che questa volta la corrispondenza smarrita non fosse una cartolina di saluti (che ha comunque il dovere di essere recapitata al destinatario), ma la cosa piu' importante per un cittadino detenuto, l'istanza per la liberta' provvisoria. Il buon senso ci dice che anche all'amministrazione di Sollicciano non credano di essere infallibili …..
Questo episodio e' avvenuto, inoltre, in circostanze di precarieta' notevoli di questo carcere: allo spaccio manca la maggiorparte delle sigarette e non ci sono francobolli (l'ufficio del monopolio tabacchi che li rifornisce e' in ferie …. incredibile, ma vero!); e la struttura, concepita per circa 400 reclusi, ne ospita circa 1000, con in piu' circa 800 addetti, tra sorveglianza e uffici. E tralasciamo i cronici, illogici, contorti e disumani aspetti architettonici di tutta la struttura.
Noi siamo sempre convinti che per capire quanta liberta' e diritti e' in grado di garantire uno Stato, occorre sempre andare a verificare cosa succede nei luoghi in cui si cerca di far fronte alla disperazione umana, come le carceri. E quanto e' successo al signor Gabriele Rossi e' quello che sta succedendo a Sollicciano di Firenze.
Per queste ragioni abbiamo chiesto alla Direzione dell'Amministrazione Penitenziaria di
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