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DIRITTI DEGLI UTENTI
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Comunicato 
26 giugno 1999 0:00
 
DEI SERVIZI DELLA GIUSTIZIA.
VISITA DELL'ADUC NEL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA MINORILE DELLA TOSCANA E DELL'UMBRIA: CARENZE DI STRUTTURE E PERSONALE CHE, A DANNO DEL RECLUSO, PROVOCANO INCERTEZZA DEL DIRITTO, CON L'AGGRAVANTE CHE SI TRATTA DI RECLUSI MINORENNI.

Firenze, 26 Giugno 1999. Venerdi' pomeriggio, 25 giugno, abbiamo visitato il Centro di Prima Accoglienza Minorile di Firenze, che e' utilizzato per chi viene fermato in Toscana e Umbria.
Grazie al senatore Piero Milio, il presidente e la responsabile dell'ufficio stampa dell'Aduc, rispettivamente Vincenzo Donvito e Donatella Poretti, hanno potuto verificare di persona il funzionamento di questo Centro che, nei giorni scorsi, era stato messo sotto accusa, dalla stessa Aduc, perche' non aveva garantito ad un recluso i suoi diritti di incontrare genitori e avvocato.
Siamo venuti a contatto con una struttura che, per mancanza di presenza o reperibilita' continua di personale responsabile per il proprio specifico, e' affidata alla capacita' poliedrica e improvvisativa del responsabile di turno.
Alcuni servizi sono affidati ad una cooperativa di dubbia legittimita', perche', se e' vero che avrebbe vinto una gara d'appalto, e' altrettanto vero che per i suoi servizi usa anche obiettori di coscienza in servizio civile: quindi e' pagata dallo Stato per alcuni servizi svolti da persone pagate -sotto altra forma: la paga quotidiana dell'obiettore- dallo stesso Stato, e che lei non paga per il servizio che svolge. Questa cooperativa farebbe offerte di gara con prezzi molto bassi (non pagando chi svolge i suoi servizi …. e' facile) e negli ultimi tre anni sarebbe stata l'unica partecipante all'appalto. Su questa unicita', il senatore Milio, che e' siciliano, ha cosi' commentato: "da noi, questo si dice che e' mafia, mentre dove governano i comunisti si dice che e' democrazia!".
In questo contesto i diritti del minore recluso diventano secondari: proprio come e' successo per il caso che ci ha portati a questa visita. Gli addetti dicono e credono di fare il loro dovere, perche' districandosi in una situazione oggettivamente difficile, per sopperire alla continua emergenza, non gestiscono energicamente la situazione, mettendo al centro il rispetto dei diritti del minorenne, piuttosto che dei propri doveri; infatti -proprio com'e' successo- in gestione "festiva", in carenza di personale, non hanno operato con determinazione e insistenza perche'' il minorenne -persona giuridicamente insufficiente- potesse invece divenire sufficiente incontrando genitori e avvocato.
Una situazione diffusa nelle carceri italiane, ma che, trattandosi di reclusione di minorenni in attesa della formalizzazione della situazione dopo il fermo, diventa piu' grave. Il servizio che viene reso e' flessibile anche dove non dovrebbe esserlo: se e' bene non essere rigidi fuori delle regole stabilite, non e' altrettanto dentro le stesse regole.
Abbiamo quindi trovato una situazione che conferma le motivazioni esposte dall'avvocato Elisabetta Bavasso nel suo esposto dei giorni scorsi alla Procura della Repubblica: fare luce su carenze e responsabilita' di una struttura affidata all'emergenza continua, perche' non la si vuole attrezzare per essere invece sempre pronta a rispondere ad eventi e situazioni imprevedibili, nei tempi, ma non nel modo di svolgersi.
Questa visita al centro di Prima Accoglienza che serve Toscana e Umbria, e' la prima di una serie che ci portera' in tutte le strutture italiane dello stesso tipo, per documentare e denunciare: le difficolta' degli operatori cosi' come le situazioni che -soggettivamente ed oggettivamente- inducono a non tutelare gli utenti dei servizi della

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