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ELETTROSMOG E RADIO VATICANA
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Comunicato 
14 aprile 2001 0:00
 


NO AL BLOCCO DELL'INFORMAZIONE
L'ADUC INVIA UNA MESAGGIO A RADIO VATICANA, AUSPICANDO CHE RISOLVA SUBITO LA PRESUNTA ANOMALIA

Firenze, 14 Aprile 2001. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Noi condividiamo lo stop che il presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha dato all'ordinanza di chiusura degli impianti della radio vaticana: non e' tagliando la gola anche a chi parlando dice le cose piu' terribili che si risolve il problema. Usiamo il paradosso delle "cose terribili" per estremizzare ancor piu' il caso, e significare che non e' levando la parola a qualcuno -pur nel dubbio che il suo strumento sia dannoso- che lo si invoglia ad adeguarsi alle leggi.
Bene ha fatto il ministro Bordon, nel momento in cui ha avuto i rilievi che dimostravano la violazione dei limiti sanitari, a minacciare un intervento pesante, ma doveva solo fermarsi alla minaccia. Mettendo in moto una macchina di pressione perche' le norme fossero rispettate. E questo non perche' fosse la radio vaticana o perche' i rapporti dell'Italia con lo Stato del Vaticano sono regolati da convenzioni che vanno oltre la legge italiana, ma semplicemente perche' e' una radio, uno strumento di informazione a cui non deve essere negato il diritto di informare i suoi ascoltatori: nel momento in cui si taglia l'informazione, si compie un delitto che -oltre a trasformare l'ipotetico carnefice in vittima- stravolge la possibilita' di confronto e di rivalsa reciproca.
In caso contrario, cio' che trionfa e' solo l'arroganza del potere.
Per queste ragioni abbiamo inviato un messaggio di augurio alla radio vaticana, dichiarandoci pronti a combattere per la sua non-chiusura, e auspicando che la stessa emittente in prima persona trovi subito gli strumenti perche' tutto sia ricondotto in un ambito civico e di rispetto delle leggi. Non solo, ma auspichiamo che, alla disponibilita' del Governo italiano, non si proceda chiedendo che lo stesso si faccia carico di oneri di qualunque tipo per ristabilire l'equilibrio apparentemente violato.
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