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FONDAZIONI BANCARIE: APPROVATO
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Comunicato 
14 maggio 1999 0:00
 
IL DECRETO
DA OGGI LE BANCHE SONO MENO LIBERE E GLI UTENTI CONTINUERANNO AD ESSERE OSTAGGI NON SOLO DELLE BANCHE MA ANCHE DELLO STATO, A TUTTO VANTAGGIO DELLA CRESCITA DELL'USURA.

Firenze, 14 Maggio 1999. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulle Fondazioni bancarie.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Da oggi e' ufficiale, le banche sono meno libere: lo ha sentenziato quel Governo che fa delle privatizzazioni e dell'europeizzazione dell'economia uno dei suoi cavalli di battaglia. Il controllo dello Stato, sull'uso del patrimonio privato delle banche, e quindi sulle banche stesse, e' formalizzato.
Quali saranno le conseguenze sugli utenti? Crediamo molto gravi. Le banche, gia' nel regime precedente in cui la presenza dello Stato nelle Fondazioni era limitato, non avevano mai mostrato un grande interesse a far si' che le Fondazioni stesse fossero strumento di analisi e studio per migliorare il servizio, ma le usavano quasi esclusivamente come promozione della loro immagine e distribuzione di prebende ai vecchi funzionari in pensione. Con la nuova disciplina, in cui le banche possono essere esautorate dallo Stato nella stessa gestione delle Fondazioni, non saranno certe invogliate a fare diversamente; anzi, apriranno una lotta feroce contro chi, in nome del bene pubblico, usera' questa imposizione di presenza per distribuire le sue prebende (ci sono forse casi in cui lo Stato si e' comportato diversamente? Noi non ce li ricordiamo).
Si puo' dire che siamo caduti dalla padella nella brace, perche' tutti questi movimenti vengono fatti partendo da un presupposto: il pollo da spennare e' sempre li', pronto a dare -oltre le penne- anche il sangue. Alla fine il sistema creditizio italiano, la cui chiusura e' la prima causa dell'usura, continuera' ad essere chiuso su se' stesso, in una continua lotta con il potere pubblico, basata sugli utili accumulati e non sulla qualita' del servizio … e l'usura trovera' nuovi spazi.
Purtroppo non crediamo di fare il processo alle intenzioni, ma solo che, guardando le tasche degli utenti e dei risparmiatori, le vediamo sempre piu' svuotate: qualita' ed economia sono intese come miglioramento della propria posizione di potere, non del
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