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GIUSTIZIA SPETTACOLO
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Comunicato 
26 agosto 1999 0:00
 

VA BENE SE E' IL PREAMBOLO DI UN METODO DECISIONISTA E RISOLUTIVO CHE SI DOVREBBE ESTENDERE ALLE TORTURE QUOTIDIANE A CUI SONO SOTTOPOSTI GLI UTENTI DEI DISSERVIZI DELLA GIUSTIZIA.

Firenze, 26 Agosto 1999. Il trasferimento nelle carceri italiane della signora Silvia Baraldini perche' finisca di scontare la pena, ci sembra giusto ed utile se e' la premessa di un modo diverso di intendere tempi e modi e della giustizia.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La giustizia spettacolo puo' anche non essere fine a se stessa. Puo' essere stimolo e primo passo verso una giustizia che esca dai fatidici meandri di quelle vere e proprie camere di tortura che oggi sono le aule di tribunale e tutti gli uffici annessi.
Non siamo dietrologi e ideologicamente prevenuti nei confronti del ministro Oliviero Diliberto, ma attenti a verificare se quello che dice e fa sia spiraglio di buona amministrazione della giustizia. Sappiamo che sono alcune migliaia i cittadini italiani nelle stesse condizioni in cui era la signora Baraldini, cosi' come sappiamo che sono centinaia di migliaia le persone bloccate nella loro vita da un sistema giustizia che funziona al contrario: producendo ingiustizia invece che giustizia. Ma i casi "spettacolo" possono servire, magari anche solo a porre il problema e per questo hanno un loro valore (cosi' come fu per il caso Enzo Tortora: avrebbe potuto modificare molto, ma si scontro' con chi aveva piu' potere del voto della maggioranza degli italiani).
A questo punto ci aspettiamo che le storture del pianeta giustizia vengano affrontate dal ministro di Grazia e Giustizia con la stessa determinazione, per affermare i piu' elementari diritti degli utenti di questa giustizia. Ci aspettiamo che il ministro nomini speciali commissioni che prendano in esame tutti i casi di ingiusta e/o inutile detenzione. Ci aspettiamo che il ministro, confortato anche dalla nuova nomina alla Direzione dell'Amministrazione Penitenziaria da lui direttamente effettuata, ci dia subito la tangibilita' della sua gestione umana e civica di quell'inferno che e' il sistema penitenziario italiano.
Ci aspettiamo che con tanta determinazione il ministro rimuova tutti gli ostacoli che rallentano il procedimento giudiziario, e chieda al suo Governo provvedimenti e poteri speciali per affrontare una situazione che e' piu' che speciale, perche' gia' all'orlo del collasso.
Come utenti della giustizia abbiamo bisogno di segnali, anche spettacolari, che ci facciano capire, cosi' come nel caso della signora Baraldini, che lo Stato italiano non

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