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"Non ci volete mica chiudere in casa per Pasqua", diceva Matteo Salvini; "Occorre trovare una soluzione per la ristorazione", chiosava il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Da destra a sinistra è un continuo rincorrere i voti delle categorie interessate a tenere aperto. Il risultato è che le prossime settimane saranno difficili e le tanto richieste di aperture si scontreranno con la realtà di un virus sempre più diffuso e aggressivo.
Se la prima ondata pandemica ci è arrivata tra capo e collo, trovandoci impreparati, la seconda è arrivata grazie alla incapacità di governare l'infezione. Ricordiamo il libro del ministro della Salute, Roberto Speranza, sulle magnifiche sorti dell'Italia e del suo governo, che aveva affrontato con risolutezza la minaccia virale. Il libro è stato prontamente ritirato.
Anche la seconda esperienza non è servita perché siamo in terza ondata.
Il Governo dovrebbe governare, lo dice la parola stessa, invece, è alla rincorsa del virus, il quale se ne frega delle belle parole e si adatta alle nuove esigenze, modificandosi.
La sensazione è che si viva alla giornata, in attesa che lo stellone d'Italia risolva i problemi. Ovviamente, questo Governo non ha responsabilità, visto che è in carica da un mese, ma una linea di condotta che non assomigli a una fisarmonica sarebbe necessaria, in attesa che i vaccini facciano la loro parte
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