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Governo. Di Maio rifiuta 36 miliardi per chiedere, e non ottenere, qualche milione
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Comunicato di Primo Mastrantoni
27 ottobre 2020 12:09
 
  "Se chiediamo ai cittadini di fare sacrifici, allora dobbiamo essere pronti anche noi a farne. La politica, in una situazione del genere, deve dare un segnale chiaro alla popolazione: tagliamo gli stipendi dei parlamentari." 
Cosi il ministro Luigi Di Maio.

Una chiamata di co-responsabilità che è una bufala.

Vediamo.

Un mese fa Di Maio attestava che avevamo superato la crisi sanitaria. A seguito varie dichiarazioni ottimistiche sull'evolversi della pandemia, fino a quella sopracitata.

Dopo aver imbellettato notizie fasulle, Di Maio continua a rifiutare di ricorrere ai 36 miliardi del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per la sanità, per sostituirli con qualche decina di milioni provenienti dalla riduzione degli stipendi dei parlamentari. 

Le domande sorgono spontanee: 
Il M5S non è il gruppo di maggioranza alla Camera dei deputati e al Senato? 
Il M5S non ha la presidenza della Camera dei deputati, con il combattivo presidente anticasta, Roberto Fico? 
Il M5S non la vicepresidenza del Senato con la combattiva anticasta, Paola Taverna? 
Risulta, a qualcuno, un provvedimento risolutivo per la riduzione degli stipendi parlamentari posto in essere da costoro? A noi, non risulta.

Quindi, di cosa parla il ministro Di Maio? Vuole cavalcare la protesta di piazza contro i provvedimenti governativi che lui stesso ha approvato? Vuole dirci che bastano i 4 miliardi alla sanità, per ulteriori investimenti, previsti dalla prossima legge di bilancio, che lui stesso ha approvato e che, per incrementarli, sono sufficienti poche decine di milioni provenienti dal taglio degli stipendi dei parlamentari, quando ha a disposizione 36 miliardi del Mes che basta chiederli?

Eppure, qualcuno ci crede ancora. 
Diceva il cardinale Carlo Carafa (1517-1561): il popolo vuol essere ingannato e, allora, che lo sia!
 
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