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GUERRA DEI "GRANDI" CONTRO LO SCAMBIO DI FIGURINE A SCUOLA?
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Comunicato 
22 maggio 2001 0:00
 


UN BUON METODO PER EDUCARE I PICCOLI CONSUMATORI DI OGGI ALLA CLANDESTINITA' E AD ESSERE PESSIMI CONSUMATORI DOMANI.
CHIESTO L'INTERVENTO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE.

Firenze, 22 Maggio 2001. Nel quinto circolo didattico di Treviso i "grandi", cioe' un dirigente scolastico, sta combattendo contro quella che, in una lettera ai genitori dei ragazzi, ha chiamato fenomeno esteso e grave, sollecitando gli stessi genitori ad accuratamente controllare che i i loro figli non portino a scuola le figurine Pokemon per effettuare i loro scambi. Ovviamente per il dirigente scolastico tutto viene fatto per il bene dei ragazzi che, durante le ore di scuola, non penserebbero ad altro, e lo considera un bene tale, che ha esteso il divieto di possesso e scambio anche fuori degli orari di lezione, con tanto di sequestro del corpo del reato, che verra' riconsegnato solo alla fine dell'anno scolastico.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Gia' ci eravamo occupati di un simile fenomeno a marzo scorso, quando in una scuola elementare di Bergamo si era provveduto al sequestro di qualunque figurina in quanto diseducativa. Ma questo avveniva in una scuola privata, e la cosa rimase li', mentre ora stiamo parlando di un circolo didattico, il 5.o di Treviso, che coinvolge cinque scuole con 800 alunni: quindi denaro pubblico per istruzione di Stato, su cui auspichiamo che il ministero della Pubblica Istruzione faccia una doverosa ispezione, punendo chi riterra' opportuno.
Che brutta scuola, quando gli studenti sono obbligati a fare quello che vogliono gli insegnanti …. del resto -dira' qualcuno- si chiama non a caso "scuola dell'obbligo", ma avevamo capito che fosse un obbligo di frequenza, non di diventare automi al comando degli insegnanti e dei presidi.
Anche i giovani consumatori sono tali, e quindi perche' non dovrebbero aver diritto a scambiarsi figurine nei tempi morti dell'attivita' didattica? In queste scuole trevigiane e' lo scambio che e' considerato il male: cioe' la base della nostra societa', dei rapporti personali e interpersonali, la base fondante della democrazia economica. Non consentendo ai ragazzi lo scambio di cio' a cui tengono maggiormente, non si fa altro che inibire l'apprendimento e la pratica della piu' elementare norma dei rapporti economici, facendo credere che tutto dovrebbe essere dovuto senza la partecipazione di ognuno in termini decisionali.
I ragazzi, poi, incontrandosi con la quotidianita' (poco fuori dei portoni di queste scuole) vedranno che e' diversa, e scattera' la legittimazione individuale alla clandestinita' dello scambio, dandogli un estremo e spropositato valore quando avviene nel luogo proibito, e facendo gonfiare il valore stesso della merce (le figurine): un buon sistema educativo per legittimare a livello di coscienza l'azione "illegale" … a meno che qualcuno non voglia credere che lo scambio di figurine, grazie al divieto, cessera'; perche' oltre ad essere un violento educatore e censore, sarebbe anche un po' idiota!  
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