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IMMIGRAZIONE. SENTENZA D'APPELLO: SI' AL MATRIMONIO CIVILE PER DUE CITTADINI SOMALI SPOSATI CON RITO ISLAMICO
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Comunicato 
2 agosto 2007 0:00
 

Firenze, 2 Agosto 2007. Un cittadino somalo residente in Italia si e' rivolto al nostro servizio Aduc-Immigrazione per un problema che, da burocratico, si era trasformato da mesi e mesi in un'odissea e negazione sostanziale dei propri diritti.
Questa in breve la storia. G. e la sua compagna A., entrambi somali residenti all'epoca in Gran Bretagna, avevano deciso di sposarsi con rito islamico in Italia. Non esistendo alcuna normativa che consenta ad un matrimonio cosi' celebrato di dispiegare automaticamente effetti civili, i due coniugi, per poter stare insieme, hanno tentato di far si' che le nozze fossero riconosciute/trascritte dallo Stato italiano. Sulle prime, l'Anagrafe del Comune di Firenze trascriveva il Sig. G. come "coniugato". Successivamente, a seguito di corrispondenza intercorsa con le autorita' inglesi (che evidentemente avevano idee piu' chiare del Comune fiorentino sulla impossibilita' di considerare le nozze valide agli effetti civili) il medesimo Comune si persuadeva che il sig. G. non era coniugato con A e il suo stato civile, da "coniugato" si trasformava in "non certificabile".
I due decidevano allora di risposarsi, stavolta in Comune e chiedevano all'amministrazione il rilascio del nulla osta alle pubblicazioni. In quanto somali, i due sposi non hanno ovviamente potuto documentare in alcun modo il loro stato civile libero, stante la carenza di Governo che dal 1991 investe il loro Paese. In assenza di nulla osta non ci si puo' sposare, salvo che non intervenga una pronuncia giudiziale che segua i principi sanciti dalla Costituzione italiana (art. 29) e dalla Convenzione Europea dei diritti umani (art. 8), secondo i quali esiste un diritto insopprimibile al matrimonio e all'unita' familiare.
E invece niente! L'Ufficiale dello stato civile ha negato le pubblicazioni adducendo il fatto che il signor G. prima si era dichiarato vedovo, poi coniugato ed oggi libero e che per questo egli stesso avrebbe contribuito alla non certificabilita' del suo stato civile (sigh!! la commedia degli equivoci?). Ma quel che e' peggio e' che il Tribunale di Firenze di primo grado non ha accolto il ricorso ex. art. 98 c.c. in quanto il signor G. non avrebbe documentato l'impossibilita' a fornire all'amministrazione fiorentina detta certificazione somala!! Ma se il Governo Somalo non esiste piu' come avreebbe potuto "certificare"?
I nostri legali, gli avvocati Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci hanno impugnato il provvedimento in Corte D'Appello di Firenze che, lo scorso 6 luglio, ha sbloccato la situazione ordinando al Comune di Firenze l'autorizzazione alle nozze.
E' mai possibile che in una vicenda cosi' pacifica in fatto e in diritto, occorra arrivare in Corte d'Appello? Chi paga ai due sposi e all'amministrazione della giustizia?
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