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MONOPOLIO DEI TABACCHI E
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Comunicato 
1 settembre 1999 0:00
 
DELINQUENZA
ABOLIRLO PER RIPORTARE LEGALITA' TRA PRODUTTORI E CONSUMATORI. E TOGLIERE ALLO STATO L'IMBARAZZO DI PRODURRE E DISTRIBUIRE CIO' CHE CON LE SUE LEGGI INVITA A NON CONSUMARE

Firenze, 1 Settembre 1999. Sono fatti di cronaca quotidiana: contrabbandieri di sigarette che si scontrano con le forze dell'ordine e organizzazioni criminali che vengono scoperte sempre piu' ramificate e sofisticate. Forse si pensava fossero appannaggio solo nei narcotrafficanti, con strutture piu' ampie grazie ai prodotti piu' lucrosi che trattano.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ma cosi' non e', perche' l'intreccio delle mafie e delle delinquenze e' diventato piu' stretto, e l'arrivo in massa di persone che prima amministravano solo il transito nei Paesi Balcanici, ha portato qui anche delinquenti che si stanno organizzando per lucrare su tutto cio' che e' illegale ma molto richiesto dai consumatori. Le sigarette fanno la loro parte da leone anche perche' i consumi di droghe pesanti diminuiscono e le coltivazioni fai-da-te di quelle leggere sono sempre piu' diffuse.
Le azioni delle forze dell'ordine fanno azioni piu' o meno spettacolari, con l'intento di far capire ai delinquenti che non c'e' voglia di lasciar correre. Ma nonostante questo, il fenomeno continua ad essere diffuso e in crescita. C'e' qualcuno, in qualunque citta' d'Italia, che non sappia dove puo' andare a comprare una stecca di sigarette di contrabbando? Crediamo di no.
Quindi c'e' qualcosa che non funziona, perche' la repressione non sta provocando l'abbandono dell'illecito ma, anzi, sta facendo meglio armare i delinquenti, che si comportano come veri e propri piccoli eserciti privati. Allora, perche' non affrontare il problema alla radice? Perche' non modificare le condizioni di illegalita' del mercimonio illegale in atto? Perche' non levare il monopolio statale su produzione e commercio? Ci si dira' che c'e' gia' un procedimento di privatizzazione e liberalizzazione in atto, dove il primo passo -la creazione dell'Eti, Ente Tabacchi Italiani- ne e' testimonianza. Ma davvero c'e' qualcuno che crede che basti questo impegno verso soluzioni molto in la' nel tempo, per infliggere un duro colpo a questa delinquenza? Crediamo di no. E allora si passi ai fatti, si accelerino i tempi, si liberino le forze dell'ordine e l'amministrazione della giustizia da incombenze che, insieme a quelle su traffico e consumo delle droghe illegali, sono uno degli inutili impieghi di larga parte del patrimonio pubblico, e senza speranza di soluzioni (a meno che qualcuno non pensi di militarizzare interi territori della Penisola e interi quartieri delle citta'). Non solo, ma lo Stato si leverebbe anche dal suo ambiguo impegno di produttore e distributore di tabacchi che, con sue stesse leggi, invita a non consumare.
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