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MUCCA PAZZA: SIAMO A SEI
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Comunicato 
17 marzo 2001 0:00
 


NELL'INCERTEZZA CHE SALE LA VICENDA SI STA TRASFORMANDO IN UNA QUESTIONE CRIMINALE, CHE CI STA PORTANDO DIRETTAMENTE VERSO L'EMERGENZA

Firenze, 17 Marzo 2001. Le mucche pazze individuate sono arrivate a sei. Poca roba -diranno i soliti pompieri istituzionali e non- rispetto alle oltre 176 mila della Gran Bretagna, alle circa 250 della Francia e alla cinquantina della Germania. Ma noi diciamo che non e' proprio cosi', perche' alla lentissima individuazione dei bovini malati, non crediamo corrisponda la salubrita' di una situazione italiana dove le analisi sono cominciate solo poco piu' di due mesi fa, e dove il fenomeno criminalita' sta prendendo il sopravvento.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E questo lo diciamo a ragion veduta, con lo stesso metodo con cui nel 1996 -solitari in Italia- denunciammo l'avanzare del pericolo e fummo ignorati: osservare e informarsi su quanto accade oltre i nostri confini e denunciare le interconnessioni che poi, alla fine, conducono sul nostro territorio e sulla nostra tavola. E purtroppo lo facciamo coi nostri limitati mezzi, soprattutto per informare le autorita' e stimolarle ad intervenire prima che dalla prevenzione si passi all'emergenza: un'impresa titanica nel nostro Paese, dove il Governo e' aduso ad intervenire solo ed esclusivamente in emergenza, specialmente quando si tratta di contesti internazionali (che' di questo ormai si tratta, visto quello che sta succedendo nella tanto decantata "riserva di bovini sani" dell'Argentina) in cui le decisioni unilaterali presuppongono qualche strappo politico: e' una delle caratteristiche peculiari che i nostri partner comunitari e internazionali individuano nella politica governativa italiana interna ed estera.
Con i nostri mezzi abbiamo gia' ricordato della certa presenza nelle campagne di Mantova e Verona di bovini inglesi venduti come francesi nel 1995, quando la mucca pazza c'era e non c'era alcun embargo verso la Gran Bretagna, e, visto che sono trascorsi 6 anni, non e' escluso che oggi siano anche in altre zone: gli allevatori francesi responsabili e rei-confessi sono stati chiamati in causa il prossimo luglio.
Sempre con i nostri mezzi ci preme sottolineare un altro aspetto che e' stato sottovalutato dall'informazione, perche' e' di quelli che serve a capire il tipo di prevenzione a cui dobbiamo cominciare a fare mente locale: un gruppo di scienziati di varie parti del mondo, riuniti in questi giorni a Parigi dall'Accademia di medicina francese e dalle Accademie delle scienze di Francia e Gran Bretagna, hanno fatto sapere di non sapere quasi nulla sulla Bse e sulla sua variante umana: sui meccanismi fisio-patologici della malattia, sulle sue precise modalita' di diffusione e trasmissione, sulla durata dell'incubazione. Non solo, ma e' una malattia su cui -dopo un centinaio di vittime umane in Gran Bretagna, due in Francia e una in Irlanda- questi scienziati sanno zero sull'ampiezza che avra' in futuro.
Il ministro francese della Sanita', Bernard Kouchner, presente a questo incontro, e' arrivato ad auspicare un cambio totale di approccio, parlando di una "pedagogia del rischio" che deve contrapporsi alla "deriva produttivistica": una filosofia che stride fortemente con le immagini del nostro ministro delle Politiche Agricole che scende in piazza a mangiare le bistecche offerte dalle corporazioni di macellai e allevatori, e con il ministro Umberto Veronesi che rassicura un giorno si' e l'altro pure sulla bonta' delle carni italiane e, sul suo desco, non compare niente che abbia a che fare con la carne.
Siamo ancora allarmisti, quando ancora l'altro giorno, a Manduria in provincia di Taranto, e' stato sequestrato circa un quintale di farine animali miste a vegetali, non in un magazzino in disuso, ma in un negozio di prodotti per la zootecnica? Siccome stiamo parlando di criminali e non di allevatori disinformati e macellai faciloni, siamo piu' che preoccupati, perche' questa situazione, aggiungendosi all'incertezza che sale, sembra proprio che ci stia portando verso quell'emergenza che vorremmo proprio evitare.
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