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PAR CONDICIO SPOT ELETTORALI
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Comunicato 
4 agosto 1999 0:00
 

PER IL GOVERNO GLI UTENTI SONO DEI POVERI CRETINI INCAPACI DI SCEGLIERE E DECIDERE E SOLO IN GRADO DI FARSI CONDIZIONARE DAL SORRISO ACCATTIVANTE DI QUESTO O DI QUELL'ALTRO POLITICO. VIETARE OGGI GLI SPOT ELETTORALI E' COME SE PRIMA DELLA LIBERALIZZAZIONE DELL'ETERE SI FOSSERO VIETATI I MANIFESTI SUI MURI.

Firenze, 4 Agosto 1999. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Siamo decisamente indignati per la bassa considerazione che il Governo ha della capacita' di discernere degli utenti dei servizi d'informazione. Per il Governo esiste un mondo fatto di utenti con l'anello al naso, che vivono in un mondo ovattato e che ogni volta che vedono un sorriso accattivante di un politico in televisione, corrono subito a votarlo. Utenti disinformati, condizionabili, imbecilli che, cosi' come comprano un formaggino solo perche' hanno visto la pubblicita', altrettanto devono fare con la politica; ma il Governo dimentica che l'utente invece, si informa sul formaggino, lo assaggia, e se gli piace lo compra … cosi' come potrebbe fare con la politica.
Probabilmente il Governo vive in un mondo diverso dal nostro, che e' quello di un etere con la possibilita' di ricevere migliaia di canali video e audio, con la possibilita' di utilizzare un telecomando che fa saltare da una parte all'altra del mondo, e con la capacita' di scegliere su cosa fermare la propria attenzione: dal tg della repubblica libica a quello della Cnn fino a quello della Rai di Roberto Zaccaria.
L'uso del mezzo radiotelevisivo e' entrato nella consuetudine ed ha praticamente soppiantato molti mezzi di comunicazione che fino a poco tempo fa andavano per la maggiora. Si pensi che fino alla liberalizzazione dell'etere, i manifesti murali, per la comunicazione politica e commerciale, erano l'unico strumento a disposizione, e vigeva il famoso detto "l'ho sentito in televisione", che equivaleva a dire "me lo ha detto il mio dio". Con la liberalizzazione dell'etere la televisione e' diventata sempre meno credibile come "libro sacro" e sempre piu' credibile, invece, come mezzo d'informazione, grazie al quale fare le proprie scelte. Il divieto degli spot di oggi, e' come se all'epoca avessero vietato i manifesti murali.
E a nulla vale la giustificazione che "nei Paesi civili fanno gia' cosi", perche', oltre che essere un'affermazione provinciale di sottomissione all'altrui modello visto sempre come superiore, e' anche un'ammissione di ignoranza storica e commerciale: se c'e' una cosa che in Italia abbiamo insegnato agli altri Paesi di democrazia occidentale (fatti salvi gli Usa) e' proprio la liberta' dell'etere. Ed ora con un decreto che ci auspichiamo che il Parlamento respinga, con un solo colpo di spugna si sta cercando di cancellare questo unico merito di esempio e di liberta' che avremmo, invece, da portare
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