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PILLOLA DEL GIORNO DOPO
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Comunicato 
17 giugno 2000 0:00
 


A MILANO SI PUO', E IN ITALIA? UN INVITO AL MINISTRO DELLA SANITA'.

Firenze, 17 Giugno 2000. "Ambulatorio della contraccezione del giorno dopo". E' il nome di un centro dell'ospedale Mangiagalli di Milano, in cui un'equipe di cinque medici assicura la distribuzione della pillola del giorno dopo, grazie alla quale, entro 72 ore da un rapporto sessuale "a rischio", si puo' evitare di restare incinta, senza aprire la strada all'aborto o alla gravidanza indesiderata.
Non si tratta di una pillola abortiva (come la RU486, di cui ha lo stesso principio attivo, e su cui l'Aduc sta raccogliendo le firme perche' sia introdotta nel nostro sistema sanitario al pari della maggiorparte degli altri Paesi europei clicca qui ), ma di una pillola contraccettiva che impedisce l'attecchimento dell'ovulo, e quindi la formazione del feto.
In Francia questa pillola e' distribuita sperimentalmente nelle scuole medie superiori, e, cosi' come ci fanno sapere rapporti ufficiali del ministero della Sanita' di quel Paese, i risultati sono positivi.
In Italia e' tabu'. Non e' vietata, come la RU486, ma e' come se non esistesse.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Un plauso all'equipe medica del Mangiagalli di Milano che ha avuto tanto coraggio, specialmente in una Regione come la Lombardia, dove la maggioranza di governo non ha proprio una politica aperturista nei confronti dei diritti individuali in campo sanitario, ma si limita a prendere atto dell'esistente, e visto il caso in oggetto, a non contrastarlo.
Ma e' una rondine che ci preme trasformare in primavera, perche' sono ancora troppe in Italia le interruzioni di gravidanza (9,3 ogni 100 donne in eta' fertile, secondo i dati 1998 dell'Istat), e non crediamo di forzare la realta' nel credere che diversi di questi interventi potrebbero essere scongiurati da una diffusione e pubblicizzazione capillare della pillola del giorno dopo.
Da quando in Italia i sistemi contraccettivi e abortivi sono stati legalizzati, e l'informazione su di essi e' circolata (nonostante le criminalizzazioni di parti religiose e confessionali non marginali), i vantaggi sono innegabili: sempre meno gravidanze indesiderate, mentre il fenomeno dell'aborto clandestino e' decisamente limitato, pur se non debellato, perche' l'attuale legge -che consente l'interruzione di gravidanza solo nelle strutture pubbliche- di fatto crea situazioni come quella di Villa Gina a Roma.
Per queste ragioni abbiamo girato il quesito al ministro della Sanita', Umberto Veronesi, per verificare se ci sono le condizioni che l'episodio del Mangiagalli non resti isolato, perche' ogni presidio sanitario pubblico sia dotato di questo servizio.
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