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RISPARMIO GESTITO "FAI DA
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Comunicato 
4 agosto 1999 0:00
 
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IN UN MONDO DOVE LE TRANSAZIONI ONLINE STANNO FINALMENTE APRENDO IL MERCATO A SEMPRE PIU' NUMEROSI RISPARMIATORI, LE SOCIETA' DI INTERMEDIARI FINANZIARI SI ERGONO A DIFESA DELLA CORPORAZIONE E CONTRO I RISPARMIATORI. INTERVENGA IL MINISTERO E IL GOVERNO.

Firenze, 4 Agosto 1999. Le associazioni di intermediari finanziari (Assogestioni e Assoreti), stanno cercando di far valere il loro potere corporativo contro la diffusione degli acquisti online dei prodotti finanziari.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito. Lo scontro in atto tra Consob e intermediari finanziari ci ricorda quello dei venditori d'acqua che, con l'avvento degli acquedotti che arrivavano fino ai rubinetti domestici, cercavano di far valere le loro ragioni, magari vantando la loro mediazione come difesa della qualita' del prodotto e dell'utente. E cosi' come i portatori d'acqua, gli intermediari finanziari vivono grazie ad un gap tecnologico che esalta la loro funzione: la non-applicazione di metodi e tecnologie conosciute e diffuse, ma volutamente ignorate e usate in modo discrezionale e corporativo.
La finanza online non e' roba di oggi, ma di diversi decenni, ma che da alcuni anni, grazie all'impetuoso affermarsi di Internet, e' tranquillamente uscita dall'alveo degli addetti ai lavori per presentarsi negli schermi di un qualunque computer in qualunque ufficio o abitazione privata, con tanto di spiegazioni, esami di qualita', verifiche, sistemi di sicurezza e tutto cio' che occorre a far si' che il risparmiatore, con l'uso della sua intelligenza e voglia di conoscenza, sia perfettamente in grado di operare una scelta.
Ma per l'Assogestioni e l'Assoreti non e' cosi'. Per loro i piccoli risparmiatori sono non a caso chiamati "parco buoi", perche' cosi' considerano la loro intelligenza e capacita' di discernere. Ed e' proprio su questo loro potere esercitato sull'ignoranza che hanno ragion d'essere e di speculare.
Vogliamo mettere una categoria sul lastrico? Finora hanno abusato del privilegio della corporazione che sono, e se hanno intenzione di non continuare ad essere cio' che sono, hanno molti strumenti di conversione, trasformandosi, per esempio, da tramiti obbligati a consulenti scelti caso per caso dai risparmiatori. Diventerebbero, ne' piu' ne' meno, come qualunque altro piccolo imprenditore di se' stesso, che rischia e guadagna sulla qualita' e non sulla posizione di rendita e sull'obbligo all'ignoranza che oggi resiste per il risparmiatore.
E' evidente che occorre un intervento del ministero delle Finanze e del Governo, per cassare qualunque obbligo alla loro mediazione. Sempre che ministero e Governo, al di la' delle parole, abbiano un reale interesse a liberalizzare uno dei mercati piu' ostici, chiusi, corporativi e fondato sulla non-informazione, com'e' per l'appunto quello
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