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RU486 E MINISTRO VERONESI
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Comunicato 
28 maggio 2001 0:00
 


PER VENIRE INCONTRO A CHI DECIDE DI ABORTIRE E LO PUO' FARE IN MODO MENO TRAUMATICO E COSTOSO PER IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO, NON BASTA UN'OPERA DI PROPAGANDA DELL'IMMAGINE ILLUMINISTA DI UN MINISTRO, MA OCCORRE CHE QUEST'ULTIMO USI I SUOI POTERI DECISIONALI.
La petizione dell'Aduc

Firenze, 28 Maggio 2001. Il ministro della Sanita' Umberto Veronesi ha finalmente detto la sua sulla pillola abortiva RU486, e, com'era prevedibile, ha dato una valutazione scientifica mista a quella di ministro, che nello specifico ha significato maggiore attenzione per i pazienti e maggiore attenzione sulla loro liberta' di cura. Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' da quasi un anno che stiamo raccogliendo le firme su una petizione, proprio rivolta al ministro della Sanita', in cui chiediamo l'introduzione di questa pillola. Sullo specifico sito Internet c'e' anche ampia documentazione sui risvolti tecnici ed economici dell'aborto praticato con questo metodo, nonche' una situazione di cosa significhi oggi interruzione di gravidanza dopo oltre 20 anni dall'approvazione della legge 194.
Quindi, mentre siamo contenti che il ministro abbia detto la sua, non possiamo non stigmatizzare che l'ha fatto tardi (rispetto al suo mandato gia' in scadenza) e che, parlando di necessita' di sperimentazione, se ne sia sostanzialmente lavato le mani.
Infatti il ministro non ha fatto cosi' quando lo scorso ottobre decise di commercializzare la pillola del giorno dopo: decise, punto e basta. Perche' non fa altrettanto per la RU486, lasciando che siano le direzioni ospedaliere, ed eventualmente Asl e singole Regioni, ad avviare la sperimentazione, limitando la funzione del ministero a rendere poi disponibile la pillola in farmacia? Con la pillola del giorno dopo il ministro ha fatto fede, immaginiamo, anche ai rapporti scientifici che venivano da altri Paesi europei in cui era commercializzata da tempo. Perche' non puo' essere cosi' anche per la RU486 e bisogna fare la sperimentazione, fidando solo su quegli ospedali dove ci sono medici piu' attenti alla questione, come il capostipite Sant'Anna di Torino grazie alla tenacia del dr.Silvio Viale? Ma cosa c'e' da sperimentare, visto che su questa pillola si sa tutto e da diversi anni, tan'e' che e' usata in quasi tutti i Paesi europei e in Usa? Noi abbiamo l'impressione che non ci sia nulla dal punto di vista scientifico, ma solo dal punto di vista di opportunita' politica, il cui prezzo si continua a far pagare a chi, avendo deciso di abortire, potrebbe farlo in modo meno traumatico e con molta minore spesa da parte del Servizio sanitario pubblico.
Visto che alcuna azienda farmaceutica ha fino ad oggi avanzato richieste di commercializzazione della RU486 nel nostro Paese (per evidente sensazione di stare a perdere tempo, visti i forti condizionamenti vaticani in materia), il ministro Veronesi potrebbe lui chiedere alle aziende produttrici di farsi avanti, e autorizzare, punto e basta. Dando poi disposizioni che, come un reparto ginecologico di un ospedale oggi si deve attrezzare con i sistemi Karman di aspirazione, altrettanto faccia con la RU486.
E' quello che chiediamo al ministro, perche' lo faccia anche prima di lasciare il suo dicastero al successore del nuovo Governo, altrimenti avra' solo fatto una buona opera di propaganda della sua immagine illuminista, ma non un passo concreto per mettere la scienza medica e farmacologica a disposizione degli utenti.
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