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SCIOPERI AEREI
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Comunicato 
21 maggio 2001 0:00
 


TUTTO IN ORDINE: LE REGOLE SONO STATE RISPETTATE DICONO I SINDACATI. MA SONO REGOLE CHE FANNO DANNARE LA MAGGIORPARTE DEL PAESE A VANTAGGIO DI POCHI.

Firenze, 21 Maggio 2001. Giornata caos per il trasporto aereo, con praticamente il blocco e l'abituale dannazione per consumatori.
E il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, ci fa sapere che tutto e' a posto, perche' le regole sono state rispettate. Ed immaginiamo sia l'opinione diffusa di tutti i sindacati che oggi hanno scioperato, nonche' dei responsabili del Governo e di chi dovrebbe tutelare la sicurezza nel nostro Paese.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.  
Non abbiamo dubbi sul fatto che le regole siano state rispettate, ma e' la stessa cosa che potremmo ascoltare, per restare nell'attualita', nel sentire il Governo palestinese e quello israeliano che ci dicono che anche da loro la regola e' stata rispettata: perche' in Israele la regola e' che morte chiama morte, con apparente soluzione eterna di continuita', cosi' come nei nostri aeroporti la regola e' che disagio chiama disagio, con altrettanta apparente soluzione eterna di continuita'; e come in Israele le vittime non sono chi decide la violenza e la sua risposta, cosi' in occasione dei nostri scioperi: le vittime non sono gli scioperanti o le aziende che subiscono lo sciopero, ma solo i consumatori, con l'aggravante che chi si pone come mediatore -il sindacato- ne ricava una crescita del suo potere, non tanto contrattuale (visti i risultati ….), ma di posizione, grazie alla cristallinizzazione di una situazione che sembra proprio che abbiano interesse a mantenere cosi' com'e': conflittuale e facendo pagare i consumatori.
La nostra non e' una posizione di principio contro chi riteniamo -il sindacato- essere un anello importante dell'organizzazione del diritto del lavoro, ma una presa d'atto del perdurare del loro operare sempre e solo a danno dei consumatori. Percio' quel "le regole sono state rispettate" suona in modo sinistro, in quanto, con l'apparente pronuncia del rispetto di regole che di per se' dovrebbe essere un atto da cui trova giovamento la comunita' tutta, non si fa altro che evocare la continua prevaricazione di chi, dicendo di voler affermare il diritto al lavoro, riesce a farlo solo calpestando quello al consumo.
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