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Scuola: docenti con il voto degli studenti? Inutile
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Comunicato di Primo Mastrantoni
16 maggio 2022 10:18
 
 Fa un po' sorridere la proposta dei presidi del Lazio di dare agli studenti la possibilità di attribuire voti ai propri insegnati, perché questa valutazione si fa già con le prove INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione).
L'Istituto effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa. 

Il rapporto 2019 (ante COVID), sottolinea che "La maggiore preoccupazione emerge proprio dai dati della scuola superiore" e che "In tutte le materie e per ciascun grado scolastico, il Sud e le Isole hanno una maggiore difficoltà a garantire ai propri allievi i livelli minimi di apprendimento." 
Resta da capire come mai, nell'anno scolastico 2018-2019, i promossi all'esame di Stato sono stati nazionalmente il 99,7%. 
E' diffusa l'aspettativa dei genitori relativamente alla promozione dei propri figli, anche a prescindere, ma non si può non rilevare la consistente differenza tra i risultati delle prove INVALSI e quelli ottenuti nelle prove scolastiche finali.
Conoscenze e abilità, oltre a essere sottoposte al vaglio degli insegnanti, dovrebbero essere periodicamente e oggettivamente verificate nel corso dell'anno scolastico secondo modelli uniformi.

Le prove Invalsi sono, anche, una verifica della qualità complessiva dell'offerta formativa che può essere migliorata con corsi di aggiornamento per il corpo docente. E' questo il punto! Altro che i voti degli studenti agli insegnati! E chi deve promuovere i corsi di aggiornamento sono  proprio i presidi, la cui proposta di voto discente-docente non risolve alcunché, perché gli elementi per intervenire ci sono già per ogni ambito scolastico, proprio sulla base dei risultati delle prove Invalsi. A conferma, alcuni esperimenti condotti in merito alla soddisfazione degli studenti sulla propria scuola ne hanno rilevata l'inutilità.
 
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