Roma, 14 Aprile 2001. Il sole tramonta alle 19.30, i cartelli posizionati davanti all'area archeologica informano che la chiusura avviene un'ora prima del tramonto ma l'accesso e' interdetto dalle 16.30. I turisti sono rispediti al mittente. La spiegazione fornita e' la seguente: il cartello con l'indicazione della chiusura "un'ora prima del tramonto", vale nel periodo dell'ora solare; e' scattata pero' l'ora legale, quindi si anticipa la chiusura a due ore prima del tramonto (ma non sta scritto da nessuna parte). Si dovrebbe percio' chiudere alle 17.30 ma la biglietteria chiude un'ora prima delle due ore antecedenti al tramonto. Si arriva cosi' alle fatidiche16.30, in piena luce e nell'ora migliore (il tramonto sui templi e' qualcosa d'indimenticabile).
Le disposizioni giungono dall'Assessorato Regionale ai Beni Culturali, sul cui sito l'orario indicato e' 9-17.
Che dire? La sensazione -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- e' che l'orario sia adattato alle esigenze del personale di servizio e non a quello dei turisti, i quali pagando il biglietto consentono al personale stesso di ricevere lo stipendio. Ma i custodi votano, i turisti no. Nella patria dei lavori socialmente utili possibile che non si trovi personale da utilizzare in questi casi? Possibile che la maggiore testimonianza dell'architettura dorica non possa essere illuminata e visitata anche di notte? Possibile che una regione, quale la Sicilia; ricchissima di testimonianze storiche, debba essere gestita in questo modo? Dovrebbe essere la perla del Mediterraneo, per clima, arte, monumenti, gastronomia: una Alto Adige del Sud e anche di piu'. Ma Selinunte non lo consente.