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SICUREZZA STRADALE
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Comunicato 
16 agosto 2000 0:00
 


FERMEZZA E RIGORE, MA SOLO CON CERTEZZA DEL DIRITTO

Firenze, 16 Agosto 2000. Appurata che la causa principale degli incidenti stradali e' la velocita' (cosi' come ce lo conferma l'Osservatorio permanente sulle stragi del sabato sera, istituito dalla Polizia Stradale), giustamente occorre intervenire con fermezza e rigore nei confronti di chi, violando il codice della strada, diventa anche un pericolo per tutti.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Una fermezza e un rigore che deve essere esercitata nell'ambito della certezza del diritto, anche e soprattutto di chi ha infranto il codice.
Il ministro degli Interni ieri, parlando della velocita' quale maggiore responsabile degli incidenti, ha detto che "… per avere maggiore rigore dobbiamo rispettare le leggi. Oggi chiediamo un aggiornamento normativo che consenta di poter utilizzare meglio le tecnologie".
Auspichiamo che questo non voglia dire, cosi' come interpretato da un Tg della Rai, che bisogna abolire la norma del codice della strada che, in caso di multa con autovelox, per renderla valida stabilisce l'immediato fermo del contravventore: se cosi' fosse, sarebbe un disastro.
Oggi succede che l'autovelox sia essenzialmente uno strumento, in mano alle amministrazioni comunali, per impinguare i loro stentorei bilanci. Chi infrange i limiti di velocita' non viene quasi mai fermato, e continua la sua folle corsa con pericolo per tutti; mentre la multa la riceve a casa, mesi e mesi dopo, quando neanche si ricorda piu' dove e come e' avvenuta l'infrazione: un metodo che leva certezza del diritto al contravventore, indisponendolo verso l'autorita' e non favorendo un suo comportamento rispettoso del codice. L'importanza di questo fatto e' stata riconosciuta anche da due sentenze della Corte di Cassazione.
Non solo, ma anche il fatto che, a differenza di cio' che stabilisce la legge per tutti gli strumenti di precisione, l'autovelox non abbia una taratura ufficiale, ma sia affidato alla manutenzione del vigile di turno, non contribuisce ad avere chiarezza e certezza sulla questione.
Ma auspichiamo che il ministro sia piu' lungimirante dei giornalisti della Rai, ed abbia inteso un uso piu' diffuso e preciso delle tecnologie, non il loro asservimento alle carenze di chi rileva le infrazioni.
Per concludere, siamo d'accordo con il ministro Bianco, ma non vorremmo che le buone intenzioni, con provvedimenti sbagliati e raffazzonati, diventassero solo penalizzanti gli utenti della strada e, soprattutto, non avessero quel rigore tecnico e giuridico che, da solo, potrebbe garantirne un successo.
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