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Tassa di soggiorno. Firenze e non solo. Guardiamo al futuro, facendo tesoro dell’oggi?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
1 novembre 2017 14:50
 
 E’ in corso a Firenze un certo confronto per gli aumenti che l’amministrazione comunale ha previsto per la tassa di soggiorno. Tassa che non e’ economica, sia per le disposizioni nazionali che quelle locali, dove queste ultime contribuiscono a darle un bel colpo verso l’alto. Niente da ridire sulla tassa di soggiorno in se’: e’ giusto che chi visita una citta’ debba contribuire alla sua manutenzione/decoro anche rispetto all’alloggio che ha scelto. Ma alcuni importi ci dovrebbero far riflettere su alcuni usi e problemi.
Questa tassa fiorentina va, coi nuovi aumenti, dai 2 euro degli alberghi ad 1 stella ai 5 euro per quelli a 5 stelle (che pero’, nella fattispecie, non hanno subito aumenti). La tassa per quelli a 4 stelle, per esempio, e’ passata da 4,50 a 4,80 euro.
Tassa costosa, cosi’ come sostengono le associazioni degli albergatori? Sembra di si’!
Per capire.
A Parigi questa tassa va dai 22 centesimi di un campeggio a 3,30 euro per un 5 stelle.
A Berlino e’ il 5% sul costo del solo pernottamento a persona.
A Londra non ci sono tasse del genere
A New York si paga 3,50 Usd (circa 3 euro)
A Tokyo la tassa va da 100 a 200 JPY (da 0,77 a 1,50 euro), dipende dal costo dell’albergo
Quindi, in Italia e a Firenze, questa tassa e’ esosa (anche a Berlino, pero’, puo’ presentare delle sorprese). Certo il costo della vita a Firenze, nonostante e’ opinione diffusa che sia il contrario, e’ piu’ alto che a New York o Tokyo. Ma come la mettiamo con Parigi, per esempio, che non e’ decisamente piu’ economica di Firenze? C’e’ una diversa e piu’ oculata allocazione delle risorse finanziarie? Sembra di si’.
Ma noi vogliamo lanciare una sfida ad associazioni di categoria ed amministratori cittadini.
A questi ultimi: aumentate pure questa tassa, ma fate dei bilanci a medio raggio sull’impiego di questi maggiori introiti. Se qualcosa non torna e/o ha ampiamente assolto alla bisogna, mettete in bilancio anche la possibilita’ di farla calare.
Alle associazioni di categoria, invece, chiediamo di essere vigili e battagliere, non per essere col cappello in mano come stanno facendo in questi giorni (l’unica cosa che hanno chiesto e’ di rimandare l’entrata in vigore dell’aumento per meglio chiedere i soldi ai loro clienti), ma per partecipare, valutare, consigliare e, nel caso contestare (avete, per esempio, previsto qualche ricorso contro questi aumenti, o vi limitate solo a bofonchiare?).
Siamo consapevoli di ipotizzare un modello di citta’ e di partecipazione che non rispecchia la realta’. Ma vogliamo porci due domande:
- e’ realta’ quella di una amministrazione che corre sempre ad avere maggiori imposte, valutando solo marginalmente i ritorni alla citta’, anche in termini di calo delle imposte?
- e’ realta’ quella di una importante categoria economica (albergatori) che guarda solo al profitto, aggiustando quest’ultimo alle mutate esigenze e non cercando di influenzare e condizionare la quantita’ e la qualita’ delle imposte? Cari albergatori e cari amministratori, per capirci, in soldoni: ve l’immaginate quale immagine nel mondo ci sarebbe se un giorno dovesse rimbalzare la notizia che Firenze e’ stata talmente brava ad amministrare le sue imposte, che ha deciso di farle pagare meno anche a chi viene a visitarla?
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