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Telefonia e credito residuo. Antitrust scopre le truffe col metodo dell'acqua calda
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Comunicato di Domenico Murrone
5 ottobre 2009 14:13
 
La giungla telefonica italiana ha ricevuto un ulteriore timbro di autenticità dalla condanna dei principali tre gestori mobili, multati per complessivi 345 mila euro per condotta commerciale scorretta connessa alla mancata restituzione del credito residuo all'utente a seguito del recesso del contratto (1). In dettaglio: Wind Telecomunicazioni S.p.A. è stata condannata ad una sanzione di 95 mila euro, Vodafone Omnitel N.V di 115 mila e Telecom Italia di 135 mila.
L'obbligo di restituzione del credito residuo fu ulteriormente ribadito dalla legge Bersani (legge 40/2007), che affidò uno specifico compito di controllo all'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni).
L'indagine dell'Antitrust ha evidenziato che–oltre a prevedere costi (anche otto euro)- le procedure per il rimborso del credito residuo sono "farraginose".
Ma come ha fatto l'Antitrust a 'scoprire' la condotta commerciale scorretta? Banalmente gli 007 dell'Autorità per la concorrenza e il mercato hanno navigato per qualche minuto sui siti dei gestori. Il metodo dell'acqua calda!!
Mesi fa, con analoga 'tecnica investigativa' evidenziammo come i gestori telefonici sostanzialmente non rispettassero un'altra previsione della legge Bersani, il divieto di penali (2). Ancora attendiamo una risposta dall'Agcom.
È questo l'aspetto preoccupante della giungla telefonica italiana. Per scoprire le magagne, le scorrettezze e le truffe dei gestori, non occorre sguinzagliare i servizi segreti: qualunque autorità potrebbe in qualche minuto trovare 'materiale investigativo' da approfondire. Eppure i gestori continuano allegramente a fregarsene delle regole, anche perche' i controlli non si fanno e le eventuali sanzioni sono risibili.
 

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