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Voli aeri ad emissioni zero. Le iniziative per una migliore ed economica pubblicità
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 novembre 2019 9:52
 
 Il vettore aereo Easyjet è riuscito a far passare il proprio messaggio di buone intenzioni ecologiche su quasi tutti i media del mondo. Dai titoli, se il lettore o l’ascoltatore non è “attento e informato”, si potrebbe anche capire che viviamo in un mondo che sembrerebbe aver risolto il problema del contributo umano al riscaldamento climatico. Ne elenchiamo alcuni: “Il primo volo Easyjet a emissioni zero”, “Easyjet diventa compagnia emissioni zero”, Easyjet: i nostri voli ad emissioni zero”, “EasyJet prima compagnia a volare a zero impatto CO2”, e così via.
Urka! - Direbbe il nostro lettore/ascoltatore – alla faccia di Greta Thunberg che si “spuppa” le noiose traversate atlantiche in barca a vela, qui siamo già nel futuro….

Ovviamente non è così. Come si legge nella precisa ed articolata informativa sul loro web "La nostra lotta contro le emissioni di Co2", allo stato dei fatti, e al di là delle promesse per le quali al momento non ci sono basi pratiche (aerei elettrici…) e al di là delle forchettine di legno a bordo invece di quelle di plastica, il “meccanismo” della compagnia aerea britannica low cost è di questo tipo: le emissioni di anidride carbonica (Co2) prodotte dal carburante dei loro voli, saranno compensate con progetti di rimboschimento, produzione di energie rinnovabili, collaborazione con Paesi in via di sviluppo per stili di vita improntati sulla riduzione di emissioni di Co2.

Quindi: altro che emissioni zero. E’ il già conosciuto e molto utilizzato meccanismo di “pagare per inquinare” che in Ue vige da molti anni e che consente a molte industrie di continuare ad inquinare e, grossomodo, è la stessa logica delle varie tasse tipo la nostrana “plastic tax”.

Al momento sembra che questa iniziativa non dovrebbe comportare nello specifico un aumento del costo dei biglietti di trasporto, ché ci vengono in mente alcune compagnie aeree che al momento del pagamento del biglietto ti chiedono qualche euro in più da destinare ai progetti ecologici sponsorizzati dalle stesse.

Ma apriamo gli occhi e non facciamoci abbagliare da titoli e frasi ad effetto che dovrebbero coinvolgerci per il solo fatto di contenere o sottintendere la parola “eco”: Easyjet ha trovato un modo per farsi pubblicità a costo zero (zero vero, non come le emissioni…) visto che il loro messaggio è passato ovunque, e non possiamo escludere che possa indurre diversi viaggiatori ad usare i loro servizi rispetto ad altri.
Un metodo diffuso e, visto il contesto socio-economico che stiamo vivendo in questo inizio del millennio, anche molto abusato. Col suffisso “bio” o “ecoci vengono vendute anche molte schifezze, inclusi e non ultimi i prodotti finanziari bidone (Bio-on, solo per citarne uno che ha fatto il “botto” di recente).

Anche se pubblicitariamente conforme all’attuale intelligenza di questo marketing, l’iniziativa di Easyjet non è diversa: le sensibilità, disponibilità, attenzioni e preoccupazioni dei consumatori vengono utilizzate per vendere un prodotto.

Riguardo all’impatto degli investimenti che Easyjet sostiene che farà contro la crescita della Co2, vedremo.
Ma non ce ne vogliamo i nostri business-men britannici, ché il “pagare per inquinare” in vigore da tanti e tanti anni, non sembra che abbia dato chissà quali risultati… se non quelli di far continuare i business inquinanti di chi pagava.
Sembra che talvolta, come nel “pagare per inquinare” i soldi non siano tutto. Ci vorrebbe più informazione, più decisioni e determinazioni politiche e più scienza… anche queste hanno bisogno di soldi, per carità, ma forse sarebbero meglio investiti rispetto a chi li usa (pochi) per farsi bello con la pubblicità e – forse - lavarsi la coscienza.
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