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L'amore per l'Enel tra le notizie del giorno e le riflessioni del 14 novembre sera. Forza Tesauro!
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Editoriale 
15 novembre 2001 0:00
 
E' cosa fatta: il consiglio d'amministrazione dell'Enel non ha piu' intenzione di acquistare l'Acquedotto Pugliese, e mentre sto scrivendo, sulle schermo alle mie spalle le agenzie battono in continuazione le posizioni di questo o di quell'altro, spiccando in primo piano, come sarebbe ovvio, quelle del presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, che, da quello che dice, sembra che avesse sempre perorato questo cambio di decisione rispetto a quando, presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema, era stato deciso il contrario. Boh, forse nel frattempo mi sono perso qualche puntata, ma mi ricordo che il presidente Fitto avesse gia' preso atto dell'Enel con gia' le mani nel portafoglio (pubblico, cioe' di tutti noi) per travasare il denaro nelle casse del ministero dell'Economia, tant'e' che aveva chiesto un posticino nel futuro cda a guida Enel anche per la regione che governa. Il mondo e' bello perche' e' vario, e solo gli stolti non cambiano mai opinione? Sara'.
Ma sempre l'agenzia alle mia spalle, in questo momento sta battendo la notizia che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell'Enel contro la delibera dell'Antitrust che condizionava l'acquisto di Infostrada da parte dell'Enel stessa, alla cessione di una quarta delle sue cosiddette genco (le tre centrali che deve cedere per rispettare la tabella di marcia della privatizzazione/liberalizzazione). La strada e' libera, dopo Wind ora anche per Infostrada: il futuro e' nel telefono elettrico?
A parte la battuta, sta di fatto che il futuro e' proprio questo, pur senza l'acqua dei rubinetti pugliesi.
Un colpo ad una parte, e un colpo ad un'altra, con l'accondiscendenza dei governanti, bravissimi ad adeguarsi al nuovo che avanza, mettendo i loro paramenti sul cavallo vincente, cosi' come fa Raffaele Fitto.
C'e' qualcuno che crede nelle coincidenze? Cioe' che la sentenza del Tar che apre la strada al duopolio telefonico di Enel con Telecom (dove, poi, entrambe le aziende sono controllate dallo Stato per maggioranza di capitale -Enel- o per capitale di minoranza gestito con poteri di veto che derivano dalla legge sulla golden share) sia casuale? In politica, e in politica economica, la casualita' non esiste, ma tutto cio' che succede e' quanto doveva accadere perche' qualcuno ha sconfitto qualcun altro o perche' bisogna compensare e appagare le politiche del potente monopolista di turno, in questo caso l'Enel. Che non poteva restare a piedi a Bari (Acquedotto Pugliese) e anche a Milano (Infostrada) era una certezza. Chi ha aiutato chi, non lo so e posso fare solo delle congetture, ma sta di fatto che sono e siamo condannati all'onnivora presenza dell'Enel. Si', proprio quella che il Garante per l'energia, il prof. Pippo Ranci, proprio oggi ci ha ricordato che pratica le tariffe piu' esose di tutta Europa per quello che e' il suo prodotto primario ... figuriamoci cosa fara' con gli altri prodotti, non tanto quando e' in un semi-mercato (com'e' oggi con Wind), ma quando ne sara' il protagonista duopolista.
Comunque, il prolifico schermo alle mia spalle mi iinforma che l'Antitrust non si rassegna, e ricorre al Consiglio di Stato. Forza Tesauro!
Beh, almeno per ora, posso bermi un bicchier d'acqua della "cannella" pugliese, e dissetarmi sapendo che non e' acqua elettrica, in attesa di sapere chi sara' il prossimo proprietario (ammesso che lo Stato continui a manifestare l'intenzione di vendere l'acquedotto piu' grande d'Europa).
E noi paghiamo, obbligatoriamente ....
(Vincenzo Donvito)

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