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Caso Parmalat. Informare i risparmiatori o fare confusione?
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Editoriale di Alessandro Pedone
15 dicembre 2003 0:00
 
Sulla vicenda delle Parmalat alcune associazioni di consumatori avevano gia' iniziato a stracciarsi le vesti preannunciando denuncie ed iniziative fra le piu' improbabili.
E' bene dire forte e chiaro che il caso delle Parmalat e' molto diverso dal caso Cirio e tanto piu' dal caso MyWay-4You. Per una volta, le responsabilita' di quello che e' successo e' da ricercarsi prima di tutto nell'azienda che ha contabilizzato come liquidita' alcuni fondi che, come si e' visto, erano tutt'altro che liquidi. Contro una scorrettezza del genere, cosa dovrebbero fare le autorita' di vigilanza? Controllare la veridicita' di tutti i bilanci di tutte le aziende che emettono obbligazioni?
Non si possono sollevare particolari accuse neppure, per una volta, al sistema bancario in quanto le obbligazioni Parmalat, al momento in sui sono state vendute, erano valutate dalle agenzie specifiche con un rating "BBB-", cioe' non speculativo, ma da investimento (investment-grade). Per capire: le obbligazioni Cirio non avevano alcun rating, per cui erano considerate investimenti esclusivamente speculativi.
E' bene ricordare a tutti i risparmiatori che hanno un mezzo molto potente per mettersi al riparo da questi rischi: diversificare il proprio portafoglio. Nessun singolo titolo, se non quelli dei Governi affidabili, dovrebbe pesare sul portafoglio complessivo piu' dell'1-2%. Questa semplice regola di buon senso permette di dormire sonni tranquilli qualunque cosa succeda.
Sul nostro sito Investire Informati, dedicato agli investimenti finanziari (clicca qui), gia' il 9 Novembre 2002, avevamo espressamente consigliato ai nostri lettori di eliminare alcune obbligazioni dai loro portafogli, fra le quali Parmalat (si veda "Caso Cirio, per non cascarci piu":clicca qui). Opinione ribadita anche nelle risposte ai lettori del 26 Novembre attraverso il servizio consulenza sulla gestione del risparmio (clicca qui). Questo non perche' potevamo prevedere quello che poi e' successo, ma semplicemente perche' il buonsenso vuole che i comuni risparmiatori non debbano assumersi tipologie di rischi finanziari che non sono in grado di controllare.
Siamo dell'opinione che i risparmiatori, prima di tutto, debbano essere correttamente informati per evitare di cadere in trappole che possono tranquillamente essere schivate con un po' di buonsenso.
Gridare allo scandalo e stracciarsi le vesti per casi come quello Parmalat puo' essere utile per avere qualche titolo in piu' sui giornali e candidarsi magari a fare qualche "commissione di conciliazione" come e' successo con il caso "MyWay-4You", ma non puo' certo essere d'aiuto ai risparmiatori.
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