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FORMULA UNO, SPORT, SCOMMESSE
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Editoriale 
15 maggio 2002 0:00
 
L'UNICA COSA CHE RIMANE A PEZZI E' LA CERTEZZA DEL DIRITTO CON LO STATO COMPLICE

La vicenda del gioco di squadra della Ferrari nel Gran premio d'Austria di Formula Uno che ha portato alla vittoria di Schumacher su Barrichello, tra passione sportiva e scommettitori, ha messo a nudo tutti i bagagli di ipocrisia, approssimazione e furberia che fanno parte del patrimonio umano ed economico.
A parte gridare allo scandalo per qualcosa che tutti sanno ma che preferiscono far finta di non sapere (le regole dei giochi di squadra, che, pur se odiose, sono regole, a cui chi partecipa al gioco ci si deve attenere), e magari avrebbero preferito un ritardino "casuale", per esempio, all'ultimo cambio di ruote della macchina di Barrichello. Ma questo lo lasciamo agli amanti di questo modo di tifare sportivamente.
Rimane il fatto piu' grave, l'annuncio della Snai (l'operatore di scommesse) che paghera' le scommesse su Barrichello al pari di quelle di Schumacher, come se entrambi fossero arrivati prima. Cioe' a queste scommesse si applicano le regole che, per esempio, sono dell'ippica (quando corrono cavalli della stessa scuderia si paga la stessa quota per chiunque vinca), ma con la non-piccola differenza che, nello specifico, non sono scritte da alcuna parte. La furberia economica della Snai e' evidente, perche' sborsando forse 100 mila euro (il totale delle scommesse per il Gp d'Austria e' stato un po' piu' di 1 milione), si rifara' un'immagine che, se avesse dovuto rifarsela con una campagna pubblicitaria, altroche' 100 mila euro avrebbe speso. Una furberia che manda a ramengo tutte le regole, di quel gioco d'azzardo che e' rigidamente controllato dallo Stato che, se non interviene per evitare questo scempio, si fa complice.
Altra cosa sarebbe provare, per esempio, che la "generosita'" di Barrichello avesse a che fare con l'incasso o meno di certe scommesse su Schumacher, perche' questo nulla c'entra col fatto che le regole di queste scommesse sono altre. Insomma non si puo' far fronte ad una presunta (e improbabile) manfrina tra scommettitori modificando le regole del gioco quando lo stesso e' terminato e tutti vi hanno partecipato sapendo che le regole erano altre.
Non vorremo che sul campo, oltre alla ipocrita delusione degli sportivi ci restasse anche la credibilita' delle regole e delle leggi.
(Vincenzo Donvito)

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