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Istituzioni massime, comprensione e contributo di un ‘qualunque impegnato’. La presidenza della Repubblica
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Editoriale di Redazione
14 novembre 2021 10:09
 
 Nel nostro caso, l’impegnato che cerca di comprendere è tale nel cosiddetto “terzo settore”. Un’associazione di consumatori e utenti, quelle che, nell’immaginario diffuso, dovrebbero difendere e affermare il cittadino economico (1). Ambito in cui la politica non è solo organizzarsi per delegare, ma comunicare consapevolezza e responsabilità a singoli che potrebbero essere cittadini più attenti e presenti. Istituzione estranea allo Stato (2) che contribuirebbe per uno Stato migliore.
Non essendo parte (partito) non contribuiamo con un progetto di Stato (3) ma alla informazione/formazione di chiunque possa avere un progetto.
Premessa per spiegare l’attenzione del “qualunque impegnato” a tutta la gestione pubblica, anche politica.

Scriviamo sul rinnovo della massima istituzione, la presidenza della Repubblica, atto dovuto nei primi mesi del 2022. Rinnovo da cui dipendono le scelte di un Paese, di un’Europa e di un Pianeta in piena pandemia covid e catastrofe climatica (4), con uno Stato in fase di ammodernamento economico e culturale che potrebbe dare contributi non secondari (covid – 5) e che ha molto da apprendere (clima, soprattutto rifiuti).
Il dibattito è incentrato se scegliere Mario Draghi per il Quirinale. Con le varianti Marta Cartabia, Silvio Berlusconi, Paolo Gentiloni e le ipotesi Romano Prodi, Rosi Bindi, Pierferdinando Casini, Emma Bonino, etc.
L’impressione (alta e bassa) è che istituzionalmente abbiamo una “squadra” che prova a mettercela tutta per navigare, consapevole che il proprio Paese non è il centro del mondo, ma parte dello stesso (6). Tra i “candidati” ci sono alcuni la cui importanza istituzionale sembra unanimemente apprezzata e che, se dovessero essere scelti per la presidenza, dovrebbero interrompere il loro mandato: Mario Draghi, capo governo; Marta Cartabia, ministro Giustizia; Paolo Gentiloni, commissario europeo economia; e… anche se al momento non disponibile, l’attuale presidente Sergio Mattarella.

Ecco che il “qualunque impegnato” (senza poteri se non quello della parola) si domanda: perché dobbiamo cambiare/sconvolgere la “squadra”? Lavorano male? Mediamente: no. Lavorerebbero meglio cambiando alcune loro posizioni? Aspettiamo fiduciosi che gli esperti ce lo dicano.
Al momento sembra solo che gli “spostamenti” siano funzionali a chi dice e non dice che vuol contare di più e che, di conseguenza, questo sarebbe un bene per tutti (come? Dove? Quanto?).
Perché cambiare la “squadra vincente” o che, quantomeno, ci sta facendo patire meno i danni in corso e rispetto alla quale non ci è dato comprendere l’alternativa?
Sembra che uno dei fattori deprimenti le politiche sia il tempo. Tra discussione, decisione e realizzazione spesso fa da ghigliottina. Visto che ne abbiamo sempre meno (covid e clima non aspettano noi) perché contribuire a farlo diventare ancora minore?


NOTE
1 - quello che consuma e usa prodotti e servizi: bollette, multe, acquisti, risparmi, imposte, sanità, condominio, servizi privati e pubblici, contratti, migranti, droghe, libertà individuali, etc….
2 - che, nel caso Aduc, dà allo Stato e sceglie di non ricevere dallo stesso: https://www.aduc.it/info/chisiamo.php
3 - ammesso che alcuni dei partiti che gestiscono lo Stato abbiano un progetto… ma questo è un altro discorso…
4 - https://www.aduc.it/articolo/smog+anche+peggio+covid+percezione+incoscienza_33495.php
5 - gestioni sanitarie delle crisi con spunti importanti per il resto del mondo.
6 – benvenuti anche gli ultimi arrivati e speriamo arrivino anche gli ultimi “resistenti”.
 
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