Una vicenda locale. Sindaco e deputati del Pd fiorentino tuonano contro il governo perché ha tagliato 30 milioni di fondi per la realizzazione della tramvia metropolitana: “ce l’hanno con noi perché siamo di sinistra”.
Una prassi nazionale. Dibattito parlamentare sulla manovra finanziaria. Una marea di emendamenti dell’opposizione su cui non si dibatte e per cui i presentatori in pochi minuti sputano tutto il loro veleno contro la maggioranza: sanno già che a priori gli emendamenti saranno bocciati, che l’unica cosa che viene letta è il firmatario e quindi “kaput”... e proprio per questo la maggior parte sono emendamenti assurdi, presentati solo per mettere una qualche bandierina negli archivi… chi si impegnerebbe altrimenti con una prassi dove prevale comandare piuttosto che governare? Tutti buoni da una parte, tutti i cattivi dall’altra… ma la tramvia a Firenze la prendono tutti…. beh l’emendamento avrebbe dovuto firmarlo qualcun altro.
Per i temerari che, grazie al servizio pubblico di Radio Radicale, hanno ascoltato nei giorni scorsi il dibattito sulla manovra, oltre a quelli che - partigiani - gioiscono o si arrabbiano, ci sono quelli come noi a cui prende lo sconforto e si domandano perché…. risposta facile, è la stessa a cui si (non)risponde quando si chiede il perché dell’invasione russa in Ucraina e/o del terroismo di Hamas che ha provocato la scontata (e ricercata) reazione di Israele.
E’ la risposta di chi fa politica come in un mattatoio, di umani o di diritti che sia.
In nome di tutte le tramvie che non saranno realizzate, pensando anche anche a tutte le prebende agli amici degli amici che sembra meritino invece di ricevere i soldi dei contribuenti.
Siamo condannati da una entità superiore a questa tortura?
Sentiamo spesso dire: “è la democrazia, bellezza. Se non ti piace chi comanda oggi, attrezzati per favorire nuovi comandanti al prossimo turno”.
Il problema è che se si comanda invece di governare, si destabilizzano o ammazzano le eccellenze che non partecipano al gioco dei partigiani, le si fanno anche andare fuori dai confini nazionali. E quelli che rimangono, invece di contribuire al bene comune, si dedicano essenzialmente alla prossima conquista di palazzo Chigi come fosse una Bastiglia.
Stiamo parlando di modi di essere, comportamenti, attenzione all’ascolto e al futuro, ma ci rendiamo conto che invece siamo in un’arena dove i gladiatori si distinguono non per la propria forza ma per la capacità di usare questa forza per ammazzare l’altro. Si provi ad ascoltare un presunto dibattito tra parti avverse (quando c’è, quindi non in Parlamento): si disquisisce su un problema da risolvere? No. Le parti si accusano tra loro di essere quello che uno pensa che l’altro sia.
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