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E l'Italia dice addio a concorrenza e mercato
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Editoriale di Vincenzo Donvito
1 luglio 2005 0:00
 
Riporto dal sito Internet dell'Antitrust.
"I principali obiettivi (dell'Autorita' stessa ndr) sono:
a) assicurare le condizioni generali per la liberta' di impresa, che consentano agli operatori economici di poter accedere al mercato e di competere con pari opportunita';
b) tutelare i consumatori, favorendo il contenimento dei prezzi e i miglioramenti della qualita' dei prodotti che derivano dal libero gioco della concorrenza."
Il nuovo presidente dell'Autorita', Antonio Catricala', nel discorso inaugurale del suo mandato, ha sottolineato che ha un obiettivo: ricercare la collaborazione con le imprese, guardando al futuro piu' che sanzionare le violazioni: regolatore consensuale piu' che giudice. Tradotto nella pratica, significa che Catricala' svolgera' le funzioni di concertatore per la politica industriale del Governo. Cioe' trovera' il punto di incontro tra quelli che sono i "principali obiettivi" di cui sopra e i monopolisti con le nuove casacche (Enel, Eni, Telecom, etc) che sono l'espressione tipica della politica economica dell'attuale (e non solo) Governo.
Dopo il governatore a vita di Bankitalia, Antonio Fazio, che ha come obiettivo la stabilita' del mercato e del potere dei banchieri (che per i risparmiatori si traduce in costi allucinanti per qualunque servizio, in ampio regime di cartello anticoncorrenziale), ecco ora il presidente dell'Antitrust che gli si affianca.
A fronte di un comportamento che andra' contro i "principali obiettivi", Catricala' concertera' e non sanzionera': verra' incontro alle esigenze di entrambe le parti e non blocchera' chi sta mettendo in opera un comportamento che lede concorrenza e mercato. Fara' quanto, per esempio, accade nelle camere di conciliazione per le telecomunicazioni (Corecom), dove i gestori tlc conciliano con i consumatori solo quando hanno torto marcio, mentre quando c'e' il dubbio, non sono disponibili, e continuano ad erogare i loro servizi finche' un giudice (quello della magistratura) non riconosce che hanno torto e stanno fregando soldi alla gente. Questo e' l'esempio principe che conosco nelle conciliazioni tra grandi soggetti economici (monopolisti o meno in questo non fanno differenza) e cittadini consumatori e/o utenti. Potrei continuare l'elenco con le Poste, l'Ombudsman bancario (anche se non e' un conciliatore, ma soggetto ad hoc delle banche che dovrebbe dar torto a chi lo ha istituito e mantiene), ma credo di aver reso il concetto.
Qui registriamo un passo indietro dell'Antitrust, che da Autorita' indipendente al servizio della liberalizzazione dei mercati, si e' trasformata in somministratrice di digestivi per la politica economica del Governo.
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